Antica torre, ora sarà sistemata la strada

SOVRAMONTE. Il ristorante “All’antica torre” ha riaperto ufficialmente le porte. La cerimonia di inaugurazione si è svolta ieri nello splendido cortile dell’ex rudere rurale recuperato a Col de Mich dal Parco nazionale Dolomiti bellunesi e ora affidato in gestione a due giovani, Matteo Benato e Chiara Quaglia.
A fare gli onori di caso è stato, quindi, il direttore del Parco Antonio Andrich: «Mi fa particolarmente piacere essere qui perché quando sono arrivato al Parco una delle prime cose da affrontare è stata la gestione delle strutture: il ristorante “All’antica torre” era chiuso da diversi anni. Sono felice di aver trovato, attraverso un bando e condizioni contrattuali alla portata, la disponibilità di due giovani. Mi fa piacere che la gestione sia stata raccolta come sfida da Matteo e Chiara, i quali accanto all’attività di ristorazione hanno predisposto un programma estivo fitto di iniziative sia culturali che naturalistiche. Il Parco ha in calendario varie escursioni sul territorio e ci sono alcuni appuntamenti a Col de Mich».
La riapertura fa contenta l’intera comunità, di cui il sindaco di Sovramonte Federico Dalla Torre si è fatto ieri portavoce ringraziando il Parco e i nuovi gestori. Ha poi consigliato di aggiungere alla ricetta per la crescita l’ingrediente del “pragmatismo”: «Qui siamo a Sovramonte, fuori del circuito turistico generale. Bisogna darsi da fare per attirare gente da fuori, con il passaparola e la promozione: al territorio come bellezze naturalistiche non manca niente». Il Comune, da parte sua, garantirà l’accesso alla struttura, sistemando dal prossimo anno la strada che dalla Campagna sale verso Col de Mich investendo oltre 100 mila euro.
«Il posto ci ha incuriosito e secondo noi ha un grande potenziale sia come ristorante sia come punto di ritrovo», ha spiegato Chiara. «Abbiamo trovato persone molto accoglienti. Speriamo di creare qualcosa di vivo e bello». La cerimonia è terminata con la benedizione impartita da don Tarsillo e un rinfresco allietato dalla musica del gruppo Arsax.
In mattinata si era svolta anche un’escursione nei dintorni della struttura con la guida naturalistica della cooperativa Mazarol Yuri Casanova, che ha condotto un gruppetto di persone alla scoperta del frutteto realizzato diversi anni fa dal Parco con la collaborazione del Museo etnografico della Provincia. Antiche varietà di mele e pere bellunesi che facevano parte del paesaggio tipico di queste zone e che rappresentano un tesoro di biodiversità coltivata. Queste specie sono state infatti recuperate mediante la tecnica dell’innesto a partire da alcune varietà locali. Tali colture erano praticamente scomparse con l’avvento della meccanizzazione quando, ad esempio, gli alberi sono stati abbattuti per non creare impedimento alle macchine agricole. Le specie attualmente presenti nel frutteto sono sette, alcune delle quali di qualità organolettica elevata come la mela prussiana.
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