Antibiotici, anche gli ospedalialle prese con pesanti carenze

BELLUNO. Carenza di antibiotici nelle farmacie sia ospedaliere che territoriali. La situazione, è bene sottolinearlo, non interessa solo l’Usl 1, ma tutto il territorio nazionale.Dopo la difficoltà a...

BELLUNO. Carenza di antibiotici nelle farmacie sia ospedaliere che territoriali. La situazione, è bene sottolinearlo, non interessa solo l’Usl 1, ma tutto il territorio nazionale.

Dopo la difficoltà a reperire alcuni vaccini, come quello dell’Epatite B, da un paio d’anni si fatica a trovare particolari antibiotici, in modo particolare quelli derivati dalla penicillina, quali l’Ampicillina o l’Amplital.

Si tratta di medicinali che fanno parte della gamma dei carbapenemi, cioè di una classe di antibiotici ad ampio spettro d’azione, che sono attivi nei confronti di molti batteri Gram positivi e Gram negativi, aerobi ed anaerobi e che vengono utilizzati contro una vasta serie di infezioni. Vista la loro assenza sul territorio italiano, le Usl sono costrette a rivolgersi all’estero. «Molto spesso», precisa la direttrice della Farmacia del San Martino, Marina Coppola, «la ditta a cui facciamo riferimento non è in grado di rispondere alle nostre richieste, anche perché le gare per il rifornimento vengono fatte a livello regionale e quindi i quantitativi sono elevati. Così stando le cose, dobbiamo guardare ad altri mercati, europei m anche extraeuropei, in base all’autorizzazione dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Ogni qualvolta ci serve un farmaco non più presente nel nostro territorio, infatti, dobbiamo andare a vedere in quali altri Paesi possiamo rifornirci».

Questa situazione non fa altro che aumentare i costi per le strutture sanitarie, visto che all’estero i farmaci costano di più. «È un problema», prosegue Coppola, «a cui sopperiamo facendoci rimborsare la somma di denaro che abbiamo dovuto versare in più dall’azienda che non è stata in grado di garantirci il rifornimento».

La preoccupazione interessa anche i farmacisti, come precisa il presidente di Federfarma, Roberto Grubissa. «La motivazione che spesso sottende a questa carenza è che in Italia i farmaci sono pagati meno che nel resto d’Europa (e quindi le aziende preferiscono rifornire altri Paesi), oppure ci sono farmaci che non sono più utilizzati e quindi vanno fuori commercio. Comunque è un problema che riguarda migliaia di farmaci di tutte le tipologie». (p.d.a.)

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