Anche i ristoratori vip sul piede di guerra

COLLE SANTA LUCIA. Anche i ristoratori di Cortina e Livinallongo del Col di Lana in guerra con le gare ciclistiche, che troppo spesso durante l'estate, in piena stagione turistica e soprattutto nei fine settimana, paralizzano il Passo Giau, impedendo agli automobilisti di raggiungere i locali della zona.
A guidare la protesta è Gigi Dariz, titolare del raffinatissimo ristorante Da Aurelio, sito sul passo Giau. Ma al suo fianco scendono in campo molti dei big della ristorazione cortinese: da Sandrone del rifugio Averau, che il Sunday Times ha inserito fra i 10 migliori ristoranti di montagna delle Alpi, ai titolari del rifugio Fedare, sino a quelli di Malga Peziè de Parù, ritiro montano preferito di Paolo Scaroni.
Dariz rivolge un invito ai sindaci di Colle Santa Lucia e Cortina per risolvere il problema. «Spesso queste gare vengono organizzate senza permesso», accusa, «oppure gli automobilisti sono avvertiti con un semplice volantino lasciato all'ultimo momento sul parabrezza». La soluzione sarebbe semplice. «Perché non organizzare queste prove a due ruote», propone Dariz «evitando l'estate, il momento clou della stagione turistica per i rifugi di montagna?».
Sullo stesso tono si esprime Fabiano Guerrini della malga Peziè de Parù. «La nostra non è una protesta contro gli eventi sportivi, come qualcuno vuole farla passare», premette Guerrini, «ma una richiesta di buon senso».
«I problemi sul tavolo da affrontare sono due», prosegue Guerrini. «Il primo è che non si possono organizzare gare ogni fine settimana, chiudendo la strada durante le ore de pranzo, impedendo a noi di lavorare nei giorni clou. Gli ideatori dovrebbero pensare di fare queste gare anche nei mesi di maggio o settembre o giugno. Non tutte a luglio e ad agosto. Il secondo problema è la totale mancanza di rispetto che si concretizza nella mancanza di comunicazione».
Il gestore della malga Peziè de Parù è un fiume in piena: «A noi che lavoriamo a queste quote, a noi che abbiamo clienti che dormono nelle nostre strutture, non viene mandata nemmeno una mail per avvisarci della chiusura della strada. Dobbiamo accorgerci dei cartelli che vengono posizionati lungo la strada poco prima della gara, fermare la nostra auto, leggere cosa c'è scritto e comunicare il tutto ai nostri clienti. Per questi organizzatori non valiamo nemmeno una mail? Che fatica possono fare a mandare un avviso ai locali della zona? Questo atteggiamento è irrispettoso al massimo».
Alessandra Segafreddo
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