Amica e finto magistrato truffano un sappadino

SAPPADA. Mobiliere truffato da un’amica e da un finto magistrato. Un sappadino ha versato 39 mila euro in cinque mesi, quasi tutti in contanti, a una certa Marisa De Bettin. Doveva essere un prestito per la ristrutturazione di una casa da rivendere in seguito, ma quei soldi non li ha mai più rivisti. Eppure aveva ricevuto rassicurazioni da parte di un sedicente magistrato romano, che diceva di chiamarsi Tiziana Angiolini; in realtà si trattava di Tiziana Giordano e fa tutto un altro mestiere.
De Bettin ha già patteggiato un anno e quattro mesi per truffa in concorso di fronte al giudice per le udienze preliminari e a dibattimento c’è ancora Giordano, che è difesa dall’avvocato bellunese Rui.
In un primo momento i truffati erano quattro e la somma complessiva raccolta in maniera fraudolenta sui 100 mila euro. Oltre tutto qualcuno si era lasciato impietosire da presunti problemi di salute che richiedevano cure anche molto costose. Ma c’è chi ha ritirato la querela e chi non l’ha nemmeno presentata in caserma. Nell’udienza di ieri mattina, è stato ascoltato solo il titolare di questo mobilificio, mentre sono state acquisite tutte le altre sommarie informazioni, a cominciare da quelle del maresciallo della stazione di Santo Stefano.
Marisa era un’amica di famiglia ed è per questo che si è sentita autorizzata a chiedergli dei soldi per rimettere a posto questa abitazione di Sappada. L’uomo non si è posto alcuna domanda e, fidandosi pienamente, ha fatto tre accessi alla propria banca, prelevando 18 mila euro la prima volta, 15 mila la seconda e 6 mila la terza. Tutto in contanti, tranne un assegno da 2 mila. Il buon cuore, ma anche le telefonate di questa presunta Angiolini, che garantiva per De Bettin. Nessuna precauzione, nessun bonifico e mancherebbero anche le movimentazioni bancarie. I soldi non sono tracciabili, quello che esiste è una serie di scritture private, nelle quali la parte offesa ricorda di avanzare tutto questo denaro, solo apparentemente garantito. Il mobiliere ha anche incontrato Giordano a Sappada e per lei ha raccontato di aver svolto dei lavori domestici. Le prime volte la donna non era neppure scesa dalla macchina, in seguito la vedrà anche a figura intera e sarà in grado di riconoscerla in una fotografia, che gli sottoporranno i carabinieri di Santo Stefano, nel corso delle indagini preliminari.
Finite le domande del pubblico ministero Gulli, del legale di parte civile De Michiel e del giudice Cittolin è scattato un rinvio a mezzogiorno del 3 aprile, quando si provvederà alla discussione con la richiesta di condanna del primo, di risarcimento danni della seconda e la sentenza della terza, non prima dell’arringa del difensore Rui, che qualche margine di movimento ritiene di averlo.
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