Alpino morto per i vaccini? Colpo di scena al processo

BELLUNO. Entrerà nel vivo il 21 gennaio prossimo il processo a carico del tenente colonnello degli alpini, Nicola Marchetti, 51 anni, a processo per falso materiale ed ideologico, all'epoca dei fatti capitano medico del 16° reggimento di stanza alla caserma "Salsa" di Belluno, accusato di aver falsamente attestato nel libretto sanitario di alcuni militari di leva di aver eseguito le visite mediche periodiche con cadenza quindicinale, quando, invece, non sarebbero mai state effettuate. Tra i militari in questione v'è anche Francesco Finessi, un giovane della provincia di Ferrara, morto nel dicembre del 2002, dopo il servizio militare, del cui caso si sono interessati i mass-media nazionali, grazie anche ai genitori, in particolare alla mamma Santa Passaniti, che non si è mai data per vinta ed ha voluto vederci chiaro sull'anomalo decesso del figlio.
Francesco Finessi morì in un ospedale di Genova all'età di vent'anni, il primo dicembre 2002, per un linfoma non Hodgkin. Dopo l'addestramento compiuto a Merano, aveva operato per diversi mesi a Belluno, e la madre da 10 anni ha ingaggiato una sua personale battaglia per dimostrare che la colpa è dei vaccini. Analisi di sangue e sperma del figlio dimostrarono la presenza di elevate quantità di metalli esistenti nei vaccini.
L’udienza di ieri ha segnato un punto a favore della difesa. Il giudice Antonella Coniglio ha, infatti, accolto l’eccezione dell’avvocato Enrico Mezzetti ed ha estromesso i genitori dell’alpino morto dalla parte civile (con l’avvocato Terulli - sostituito dallo studio legale Mazzoccoli) che chiedevano un risarcimento da mezzo milione di euro. Il giudice ha ritenuto fondata l’eccezione in base alla quale non c’è un nesso di causalità tra il reato contestato all’imputato, cioè il falso, e la morte dell’alpino. La mamma di Francesco Finessi, per il momento, non vuole commentare questa notizia.
Com’è noto, la donna ha ingaggiato una battaglia per fare chiarezza sulla morte del figlio. Secondo la donna, durante il servizio militare, il figlio sarebbe stato letteralmente "bombardato" di vaccini. E soprattutto gli sarebbe stato somministrato per due volte il vaccino antitifoideo attraverso il "Neotyf", un medicinale che poi il Ministero della Salute, nel gennaio del 2002, ritirò dal commercio, adducendo "ragioni di mercato". Nel capo d'accusa, il sostituto procuratore Marcon contesta all'ufficiale anche "di aver attestato che il 15 novembre 2000 Francesco Finessi era stato sottoposto a visita medica, mentre quest'ultimo in realtà era a casa in congedo per malattia ed, inoltre, per aver omesso di riportare nel libretto sanitario del militare informazioni riguardanti la vaccinazione antitifoidea mediante somministrazione del vaccino Neotyf in corrispondenza del quale risulta apposto un asterisco, mentre dal registro interno delle vaccinazioni risulta effettuata in data 2 aprile 2001 per via orale".
Il processo al tenente colonnello medico Marchetti entrerà nel vivo il 21 gennaio con l’audizione dei testimoni del pubblico ministero. Il processo proseguirà il 25 febbraio quando verranno sentiti 8 testimoni della difesa. Infine, il 4 marzo, salvo imprevisti, verranno sentiti i 5 testimoni della difesa e, forse, si arriverà anche a sentenza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi