Alpago. Picchiata e umiliata nell’intimità per gelosia

ALPAGO. Una gelosia morbosa. «Mi faceva sempre male, nella vita quotidiana e nell’intimità»: potrebbe essere stato questo il suo atto d’accusa. Un sentimento talmente sfrenato da sconfinare nelle imputazioni di maltrattamenti, violenze sessuali e lesioni aggravate: «Nel giugno dell’anno scorso, non ce l’ho più fatta e c’è stata la denuncia»; e così è finito il suo inferno.
L’imputato è di Sedico ed è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Marson. Il difensore Anna Casciarri avrebbe voluto patteggiare un anno e cinque mesi, ma il pubblico ministero Marcon non ha dato il consenso. La donna è alpagota e si è costituita parta civile con Paolo Patelmo. Chiederà i danni, dopo essere andata dai carabinieri. Il processo comincerà il 26 maggio, davanti a un tribunale collegiale. Nel fascicolo della Procura ci sono la sua deposizione, alcune testimonianze, fotografie, registrazioni audio e comunicazioni via chat o sms.
Le accuse sono da provare in tribunale, ma il racconto della donna alla magistratura è stato molto preciso e circostanziato. Nel corso della relazione ci sono stati dei periodi in cui i due hanno convissuto: tra aprile e giugno, la parte offesa ha raccontato di aver sofferto continue violenze fisiche e psicologiche. L’uomo l’ha picchiata moltissime volte, colpendola su tutto il corpo con sberle, calci, pugni; e non mancavano tirate di capelli, graffi sulla schiena e sputi in faccia. In due occasioni, le ha anche rotto gli occhiali.
Capitava anche che le strappasse i vestiti e poi c’erano le violenze psicologiche. Controllava il suo telefonino e la chiamava continuamente, dubitando della sua fedeltà, e le proibiva di chattare con gli amici, costringendola a non usare i social. Senza sottovalutare gli insulti, che potevano essere a sfondo sessuale, ma anche «stupida» o «esaurita»,, e le minacce, tipo «ti spacco le gambe» o «ti taglio le mani».
Le scenate di gelosia erano quasi quotidiane, accanto alle accuse di avere relazioni sentimentali con altri uomini. Ecco perché le vietava di truccarsi e di indossare abiti troppo aderenti. La rimproverava sovente, perché non si comportava come lui avrebbe voluto, in maniera compatibile con il suo modo di vedere. C’erano anche dei momenti d’intimità, ma secondo la donna sempre violenti, dolorosi e anche umilianti. Lei non voleva e lo faceva chiaramente capire, ma era tutto inutile. Bisognava fare come diceva lui, anche perché il rischio era quello di farlo arrabbiare, con conseguenze forse anche peggiori.
I maltrattamenti hanno provocato «contusioni multiple in paziente vittima di aggressione», per una prognosi di 20 giorni. L’uomo sarà a processo da maggio. Ha un precedente per stalking nei confronti di un’altra donna, che gli è costato una condanna a 10 mesi di reclusione. —
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