«Alpago, manca un visione unica»
ALPAGO. Con la relazione contenente le osservazioni al Piano comunale degli interventi del Comune Alpago, il Circolo del Partito Democratico dell’Alpago «intende far luce rispetto alla propria visione futura del nostro territorio», ha reso noto il segretario Laura Roffarè.
Un documento che parte dall’esame del Pati (Piano di assetto del territorio intercomunale, periodo 2011-2016) «che doveva essere uno strumento di pianificazione, pensato per delineare le scelte strategiche e disciplinare l’assetto del territorio dell’intera conca».
Il Comune di Alpago ora si appresta ad adottare il proprio Piano che consta di due pianificazioni separate, una relativa all’ex-Comune di Puos, che aveva in seguito deciso di procedere da solo, e una relativa agli ex-Comuni di Farra e Pieve.
«Ci interroghiamo sull’efficacia ed economicità di questa scelta, che frammenta quella che doveva essere una visione comune del territorio», osserva Roffarè, che sulla base di questa premessa individua le criticità su cui, secondo il Circolo Partito Democratico, va orientata la futura programmazione, a iniziare dalle nuove strategie per ripopolare la montagna, per proseguire con il recupero dei centri storici, la ricostituzione della commissione edilizia, l’applicazione di limiti all’edificazione nella piana dell’Alpago, la riduzione del consumo del suolo, la salvaguardia del territorio agricolo, elaborazione di un piano per l’uso e la valorizzazione del territorio ad alta quota.
«Il nostro vuole essere un contributo di idee per progettare il futuro del nostro territorio in considerazione delle specificità che lo caratterizzano», conclude Roffarè. (e. f.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi