Alpago come un grande albergo
De Felip: «Il marchio è già registrato, ora i privati aderiscano al progetto»

Roberto De Felip
PIEVE D'ALPAGO.
Adesso si tratta di dare concretezza al sogno, tradurre l'entusiasmo della vigilia in realtà. E' cominciata in questi giorni la fase di raccolta delle sottoscrizioni delle quote sociali necessarie per avviare l'albergo diffuso dell'Alpago. «Continuo a crederci», afferma dal Consiglio d'amministrazione Roberto De Felip, convinto che ci siano troppe false imitazioni: «Tutti parlano di albergo diffuso solo per avere contributi. E' ora di finirla». La sfida lanciata dall'associazionismo del comprensorio sembra arrivata a un punto di non ritorno. «Inizieremo solo quando avremo un minimo di sessanta posti di letto e con almeno cinquanta sottoscrizioni», precisa De Felip, per il quale «l'obiettivo è vicino».
L'appello è stato lanciato nei giorni scorsi e si rivolge innanzittutto a coloro che negli ultimi mesi si sono dimostrati interessati alla partita. «Il percorso non sarà facile nè breve», si legge in una nota, «ma procedendo per gradi e con prudenza il progetto potrà funzionare come già succede in tante parti d'Italia e, in particolare, in Friuli dove è nata la prima idea di albergo diffuso». I moduli di adesione possono essere ritirati all'anagrafe di Pieve, che per il momento farà da tramite tra gli aspiranti soci e la società di gestione. Dopo l'appello, De Felip lancia alcune stoccate a chi "fa confusione": «Di albergo diffuso in provincia di Belluno c'è solo il nostro. Abbiamo già registrato i marchi». In circolazione ci sarebbero troppi "tarocchi": «L'albergo diffuso non va confuso con altre forme di ricettività». E ancora: «I contributi di cui si parla non ci sono perchè, non esiste una definizione codificata di albergo diffuso nella nostra regione». De Felip non ha paura di apparire scomodo: «La nostra sfida è partita dal basso, dai privati e dall'associazionismo. Abbiamo creato un nostro modello rifacendoci alle esperienze già presenti in Italia, ma siamo gli unici ad aver avviato un progetto concreto». Da qui la provocazione: «Ma gli altri che fanno? Ho paura che con la storia dell'albergo diffuso qualcuno voglia approfittarne solo per avere finanziamenti. E lo stesso discorso vale per i consorzi di valle». De Felip è convinto che l'albergo Alpago - una volta costituito - possa estendersi a tutta la provincia. «L'interesse deve partire dai privati altrimenti non si fa nulla. Nei decenni Alpago ha perso la metà dei posti di letto, la colpa è di un modello di sviluppo sbagliato. I primi responsabili siamo noi. Penso che l'albergo diffuso sia l'ultima opportunità per rilanciare il turismo nel nostro territorio».
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