Allarme gas in centro ma è acido o solvente ad ammorbare l’aria

BELLUNO. Allarme gas in via Caffi. Ma il gas non c’entra niente. È causato da non si sa bene da cos’altro (un acido o un solvente) quell’odore molto simile al gas, che ieri mattina ha tenuto impegnati per ore i Vigili del Fuoco, nel cortile interno dell’albergo delle Alpi e sotto la galleria tra il negozio cinese di moda Roman’s fashion e quello di occhiali Jekoo. E non solo loro: sono arrivati, nell’ordine, anche un’ecologica, i Carabinieri, il Bim Gsp e l’Arpav.
Sarà proprio l’Azienda regionale per la prevenzione e la protezione ambientale a spiegare cosa può essere successo, dopo aver prelevato dei campioni di aria con delle bombole sottovuoto in acciaio, che si chiamano canister. In precedenza, il Bim aveva escluso qualsiasi coinvolgimento gassoso, con le proprie attrezzature. Eppure sembrava così chiaro ai passanti e agli studenti dell’istituto tecnico Segato, che all’una hanno dovuto coprirsi il naso, anche perché nel frattempo era intervenuta l’Ecologica 2000 di Sedico, per occuparsi della fossa biologica. Nel primo pomeriggio si temeva che tutto fosse causato dalla mancata rimozione dei liquami, dopo che erano state esaminate e subito dopo scartate tutte le altre possibilità.
L’intervento comincia poco dopo le undici, quando una squadra di pompieri parcheggia l’autopompa in via Tasso e ne scende con degli esplosimetri e dei cercafughe. Sono speciali attrezzi, che servono a misurare l’esplosività dell’aria e a scovare eventuali fughe di gas.Perché tutti sono convinti che il problema sia legato a una perdita o a delle condotte difettose. Ma questi strumenti di precisione non rilevano valori anomali, pertanto scatta una specie di snervante caccia al tesoro. Dopo aver esaminato il quadro generale, all’ombra della piccola galleria che costeggia l’ingresso dell’albergo, comincia la ricognizione di tutti i tombini. Alcuni sono saldati, quindi ci vogliono piccone e cacciaviti per scoperchiarli.
Non ci sono risultati utili e c’è chi si sporge sopra le grate, usando il più elementare naso. Sembra di sentire un profumo di tartufo andato a male, eppure non è gas. Non c’è scampo. Niente da fare nemmeno nei sopralluoghi ai sotterranei dei negozi.
Una telefonata all’Ecologica, che sta operando nei dintorni e non ci mette molto ad arrivare e a srotolare la pompa, per infilarla nel chiusino più grosso e svuotare la fossa, perché si sospetta che sia tracimata, andando oltre il galleggiante. L’operazione non è difficile, ma nemmeno risolutiva, perché l’odore persiste e, intanto, si sono fatte le 14. Non rimane che chiamare il Bim Gsp, che darà la certezza indiscutibile dell’innocenza del gas. Non serve bloccare niente: le attività possono andare avanti più o meno tranquillamente e le persone non corrono rischi. Non esplode niente, ammesso che questo pericolo ci sia mai stato.
L’ultima carta da giocare è quella dell’Arpav. Lo sapranno loro qual è il problema. Arrivano i tecnici e prelevano i campioni di aria, affidandoli ai laboratori specializzati. In giornata si dovrebbe sapere qualcosa di più su quello che può essere successo. E intanto si sono fatte le tre passate.
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