Allarme Arpav: «Pericolo valanghe per il forte vento in quota»

Il nivologo Mauro Valt mette in guardia gli scialpinisti: «Evitate le escursioni. Accumuli anche di 5 metri: sono trappole mortali» 

ARABBA

Le creste con il pennacchio. Spettacolo unico, ieri mattina, sulle Dolomiti. Le cime sembravano fumare. «Per tutta la giornata ha soffiato un vento così prepotente che, se ha spogliato i versanti meridionali delle nostre montagne, dall’altra ha riempito canali e canalini di neve, accumulandola anche nei siti sottovento che già nelle prossime ore saranno pericolosissimi». È quanto avverte Mauro Valt, esperto nivologo dell’Agenzia Arpav di Arabba.

È il vento, appunto, il rischio maggiore per chi si fionda in quota e rischia d’incappare in una valanga. «La temperatura si sta rialzando, ma di notte scende profondamente sotto lo zero per cui non provoca chissà quali problemi», specifica Valt.

Il quale sconsiglia, appunto, di fare uscite senza conoscere tutte le possibili sorprese. «Gli accumuli, anche di 4 o 5 metri, magari posati su schienali apparentemente dolci, sono belli da vedersi, affascinano col loro colore bianco opaco, ma sono una pericolosa trappola per i troppo facili distacchi».

Il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, ha gli occhi puntati sul Col di Lana, uno dei siti valanghivi tradizionali. La sua collega di Auronzo, Tatiana Pais Becher, condivide con il padre a Misurina la preoccupazione di possibili scarichi proprio vicino al centro. E mette in guardia scialpinisti e ciaspolatori: «Uno dei percorsi più pericolosi è il sentiero tra i rifugi Auronzo e Lavaredo, sulle Tre cime», avverte.

La strada tra Misurina e Carbon è chiusa per pericolo valanghe. I gestori del Rifugio Dal Piaz, sulle Vette feltrine, hanno postato una foto della montagna più vicina, aggiungendo una specifica raccomandazione. «Questa foto è stata scattata qualche giorno fa e dimostra quanto pericoloso sia raggiungere il rifugio in questo periodo. Non sappiamo di preciso quanta neve ci sia in quota, ma i distacchi sono molto frequenti e anche di grande portata: invitiamo tutti a evitare di salire al rifugio. Arriveranno tempi più sicuri e sarà un piacere ritrovarci insieme davanti al caminetto».

Invito saggio, commenta Valt. Il pericolo è presente anche sulle Prealpi. I canali sul versante nord del Monte Pizzoc e del Millifret, che incombono sulla Val Lapisina, hanno scaricato già una valanga che fortunatamente si è fermata nel “vascone” costruito da Anas e dalla società Autostrade prima della statale Alemagna e dei piloni dell’A27. In vetta c’è oltre un metro e mezzo di neve. «Il vento è fortissimo», testimonia Michele Bastanzetti, scialpinista di Vittorio Veneto, «e questa mattina (ieri per chi legge, ndr), quando ho attraversato il Pizzoc, impediva perfino di procedere».

Molto pericoloso anche il versante che sopra il Nevegal porta al Col Visentin.

La Regione tiene d’occhio in modo del tutto particolare i siti valanghivi del post Vaia. Sono una novantina. «Li monitoriamo tutti i giorni, attraverso i carabinieri forestali e i volontari del soccorso alpino, specie quelli che insistono su case e su strade. Ogni giorno», conferma Valt, «comunichiamo ai sindaci interessati tutti i dati che possono riguardare la loro gente. Ci sono state delle criticità, specie a ridosso delle precipitazioni, ma non siamo mai stati in condizioni di dover evacuare i residenti. Tuttavia è vero, costituiscono un problema molto serio per la sicurezza».

Ai siti tradizionali e nuovi di valanga si aggiungono, appunto, quelli provocati dal vento che sposta la neve, in punti magari non ritenuti fino a ieri pericolosi. —



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