All’altro capo del mondo per riunire una famiglia

AURONZO. Auronzo chiama, Ushuaia risponde. Decine di migliaia di chilometri dividono il Cadore dalla “Terra del fuoco”, azzerati in un colpo solo da Giovanni Pais Becher lungo una linea sottile che riscrive storie di emigrazione tra commozione ed umanità.
Giovanni, Gianni per gli amici, non ha bisogno di presentazioni: è un alpinista con la grande passione per i viaggi, guida alpina emerita e padre dell’attuale sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher, che da lui ha ereditato l’amore per le montagne di casa. L’ultimo viaggio in ordine di tempo lo ha portato dall’altra parte del mondo, in “Terra del fuoco”, dove ha incontrato i discendenti di una famiglia di origini auronzane. Sono i nipoti di Primo Frigo Orsolina e Luigia Macchietto Della Rossa. Uno di loro, Eduardo Luna, nel giugno scorso, insieme alla moglie Susana, raggiunse Auronzo con l’obiettivo di conoscere la terra di origine.
«Hanno voluto che fossi loro ospite perfino la notte del 31 dicembre», racconta Gianni Pais Becher, «sono stati giorni intensi per me. Mi hanno fatto conoscere le bellezze naturali di Ushuaia e della “Terra del fuoco”, ma soprattutto hanno voluto che raccontassi loro di Auronzo, della storia e dei motivi per cui in molti, a partire dai loro nonni, hanno lasciato le Dolomiti per cercare il pane quotidiano in pratica dall’altra parte del mondo».
Non solo “Terra del fuoco”, però, nell’ultima spedizione di Gianni Pais Becher. «La mamma di Eduardo Luna, Noelia, era una delle figlie di Primo e Luigia. Nacque in Argentina, a differenza delle sorelle Clelia e Flora, auronzane doc, che ancora molto piccole attraversarono l’oceano Atlantico a bordo di una nave insieme ai genitori per trasferirsi a Buenos Aires. Incontrare i nipoti tutti insieme non è stato per niente facile, visto che ognuno di loro arrivava da posti diversi dell’Argentina, anche piuttosto distanti», prosegue Gianni Pais Becher, «abbiamo perciò fissato l’incontro a Buenos Aires tra parenti, tutti di origini auronzane, che neanche si conoscevano tra loro. Addirittura non sapevano proprio delle loro rispettive esistenze. Adriana Luna, la sorella di Eduardo, vive a San Jeronimo di Santa Fe e, per arrivare a Buenos Aires, ha viaggiato 12 ore in pullman. Viviana, la figlia di Clelia, è partita da Cordova mentre Daniel e la sorella Liliana, entrambi figli di Flora, sono stati i più fortunati perché vivono a Buenos Aires. All’incontro ha partecipato anche Lucia, giovanissima figlia di Liliana, che si è aggregata curiosa di conoscere tutto su Auronzo».
«Il primo appuntamento nel centro di Buenos Aires, a pochi passi dalla Casa Rosada, è stato commovente e si è protratto per ore. Ho consegnato loro una pen-drive piena di informazioni sia sulla genealogia della loro famiglia a partire dal lontano 1600 e sia sulla storia di Auronzo. Interessatissime, hanno fissato un altro incontro per il giorno dopo a San Telmo perché volevano saperne di più. Al momento dei saluti restava senza nome la foto di una bambina alla prima comunione firmata da Giovannina Frigo. La prima domanda che Eduardo mi fece appena arrivato ad Ushuaia è stata: “Chi è questa bimba?” Una foto inviata in Argentina il 6 maggio del 1933, 84 anni prima. Le stessa domanda mi venne fatta da Adriana, Liliana, Viviana, Daniel e Lucia: “Chi è? ”. Ho trascorso tutta la notte a cercare una risposta tra documenti e manoscritti ed alla fine ci sono riuscito: era Giovanna Frigo Orsolina, cugina di primo grado delle loro madri che oggi ha 93 anni e vive ancora ad Auronzo. Contattai il figlio e mio grande amico Attilio Frigo Orsolina che le ha scattato una foto al mattino presto, ancora in vestaglia, per poi inviarmela via whatsapp. All’incontro di San Telmo è stata un’emozione indescrivibile per tutti loro vedere quella foto. Questi avvenimenti regalano emozioni e sensazioni uniche».
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