Al via il restauro dell'organo di Pieve

Lo strumento era stato acquistato nel 1929 con le offerte dei fedeli
L’organo della chiesa parrocchiale di Pieve di Livinallongo
L’organo della chiesa parrocchiale di Pieve di Livinallongo
 
LIVINALLONGO.
Pit stop per l'organo della chiesa parrocchiale di Pieve di Livinallongo.  In questi giorni i tecnici della ditta "Mascioni" di Azio in provincia di Varese, la stessa che lo costruì nel lontano 1929, hanno smontato pezzo per pezzo i delicati meccanismi ad aria, le canne e le tastiere, che verranno sottoposte ad un'accurata revisione. Un lavoro certosino, per il quale la Parrocchia di S. Giacomo Maggiore ha già in preventivo la spesa di circa 40 mila euro. Erano stati gli organisti, in particolare il giovane Oscar Nagler a segnalare al decano mons. Alfredo Murer, che qualcosa nell'organo non andava più bene. Una volta avuti i permessi da parte della Diocesi, la Parrocchia ha chiesto un consulto alla ditta costruttrice. L'organo era già stato sottoposto giusto 30 anni fa ad una prima revisione. Il lavoro fu commissionato dall'allora parroco Don Bruno De Lazzer.  Ma dopo tre decenni e 82 anni dalla sua costruzione, il pregiato strumento aveva evidentemente bisogno di una nuova "ripassata". Nella relazione presentata dai tecnici della ditta Mascioni, si legge che l'organo si trova in un generale stato di buona conservazione. I problemi maggiori sono stati rilevati nella parte pneumatica, che poi è il cuore dello strumento. Le parti maggiormente usurate sono i manticini le valvole e le membrane in pelle. Quello che non ha fatto l'usura lo ha deteriorato la polvere ed anche qualche calcinaccio, caduto tra i meccanismi probabilmente in occasione di qualche imbiancatura delle pareti. In particolare i tecnici hanno consigliato la sostituzione o la revisione di ben 780 valvole in pelle, 54 manticini dei pedali, 17 manticini dei registri e 396 membrane di accoppiamento. Nell'intervento è previsto anche il trattamento delle parti in legno con prodotti antitarme. Il lavoro di revisione verrà realizzato in parte in loco, per i pezzi non trasportabili come le canne ed in parte in fabbrica. La spesa verrà coperta in parte con un contributo specifico per questi lavori già richiesto alla Cei, «per il quale ci sono sempre dei fondi a disposizione», spiega mons. Murer. In parte con fondi della Parrocchia e donazioni.  «Era un dovere procedere alla revisione dell'organo», spiega ancora il Decano, «perché fa parte della comunità. Sono sicuro che i parrocchiani comprenderanno il valore di questo intervento. I fodomi nel 1929 (appena dieci anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale che distrusse il 90 per cento delle abitazioni della vallata, tra cui anche la chiesa n.d.r.) si fecero carico di grossi sacrifici pur di riavere un organo per la loro chiesa». In queste settimane l'organo rimarrà muto e le funzioni saranno accompagnate da un armonium.  Tornerà a suonare per Pasqua. Intanto si pensa già ad una solenne cerimonia di reinaugurazione con un concerto del maestro Bepi De Marzi.

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