Agricoltura pericolosa, lo Spisal in campo

FELTRE. Pensano che il taglio dei tronchi o il lavoro nei campi appartengano a un Dna che li renda immuni da incidenti. Invece le cadute dall'alto o gli schiacciamenti fanno parte della storia del passato e del presente nel settore agrotecnico locale. Solo nell'anno che deve ancora volgere al termine ci sono stati tre casi di infortuni gravi e gravissimi occorsi a un allevatore scivolato sul tetto in eternit e caduto a terra, a un allevatore che si è stritolato il braccio mentre preparava il pastone per gli animali e a un boscaiolo schiacciato dal tronco che stava abbattendo. Se poi si guarda ai dati del Veneto, al quinto posto come regione agricola dopo Puglia, Sicilia, Calabria e Campania, ci si trova di fronte a un'ecatombe: in meno di un anno, gli incidenti mortali documentati dall'osservatorio sono stati 24. Lo Spisal di Feltre, coordinato dalla responsabile Nicoletta De Marzo, corre ai ripari quanto a prevenzione primaria, nonostante feltrino e bellunese non siano in vetta alla classifica del comparto agricolo rispetto ad altri territori della Regione. E con i fondi regionali ha fatto stampare un migliaio di calendari che entreranno nelle case degli addetti ai lavori e nelle scuole professionalizzanti come l'istituto agrario, dove per ogni mese si affronta un argomento diverso, dalla prevenzione quando si toglie la neve sul tetto al taglio degli alberi. Il calendario, accattivante non solo per l'affabulazione vignettistica dell’ingegnere Nicola Canal che ha curato grafica e disegni e per lo slogan “la sicurezza non è un hobby, è la vita”, ma anche perché evidenzia più il rischio potenziale che l'evento finale, è stato presentato ieri ai direttori generale e sanitario Usl 2, Bortolo Simoni e Domenico Scibetta. Ed è stata questa l'occasione per presentare i dati di attività dello Spisal che nel 2010 ha realizzato il primo calendario formativo-informativo sui rischi del cantiere edile. «Negli anni fra il 2009 e il 2012 abbiamo verificato le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori nel settore agricolo controllando ogni anno in provincia più di trenta aziende sia nell'ambito della prevenzione degli infortuni che in quello sul corretto uso di prodotti fitosanitari», ha detto la responsabile Nicoletta De Marzo. «Le aziende oggetto di sopralluogo sono state scelte sulla base della loro significatività dal punto di vista del numero di addetti, del numero di capi o della dimensione dei campi coltivati o delle strutture». In provincia sono registrate più di 1700 aziende di cui più della metà in territorio feltrino spesso a conduzione familiare o con pochi addetti. Tante le criticità riscontrate: il venticinque per cento delle aziende presenta coperture in amianto da tenere periodicamente sotto controllo per lo stato di usura; in un terzo delle aziende è stata osservata la mancanza di protezioni a parti delle strutture considerate a rischio e nel venti per cento la cassetta per il primo soccorso non è adeguata. Nel trenta per cento dei casi, macchine e attrezzature non sono a norma e non si bada a mettere le cinture di sicurezza e ad altri sistemi di protezione quando si conduce il trattore. E sui prodotti fitosanitari manca il registro carico-scarico che consente di documentare in che quantità sono utilizzate le sostanze.
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