Addio all’albegatore Giancarlo Pianon innovatore del turismo
TAMBRE. L’albergatore Giancarlo Pianon, per gli amici “Carletto del Trieste”, se n’è andato, per una serie di concause che in una decina d’anni e progressivamente si sono aggravate.
Se n’è andato a 85 anni “in punta di piedi” dal suo letto di casa circondato dall’affetto dei suoi famigliari: Roberta, Fabio, la moglie Giannina, la nuora Teresa e la nipote Gloria. Familiari che non potranno avere il conforto di salutarlo conuna funzione funebre assieme ai tanti amici che avrebbero voluto salutarlo per l’ultima volta, a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza in atto.
«Alla cremazione di oggi», assicurano comunque i figli, «seguirà comunque la cerimonia funebre non appena sarà possibile».
Tra le lacrime, a spiegare qualcosa di Giancarlo Pianon è la figlia Roberta che fin dall’inizio della malattia con abnegazione l’ha sempre seguito e curato.
«Ha vissuto il suo calvario senza mai lamentarsi di nulla e di nessuno», sottolinea, «nonostante gli interventi subiti, le privazioni, l’allettamento, insegnandoci che cosa siano il dolore, la rassegnazione totale e la riconoscenza con il sorriso che non gli mancava mai per tutti coloro che in qualche modo lo aiutavano».
Giancarlo e il Trieste sono sinonimi, come accade a chi gestisce per tanti anni un esercizio pubblico.
La vecchia “pensione Trieste” che Giancarlo ereditò dalla mamma Arria Gandin, tenace imprenditrice cimbra e prima affittacamenre di Tambre, e da papà Raffaele, emigrante in Svizzera, assunse le caratteristiche di albergo nel 1960. L’iniziativa fu proprio di Giancarlo Pianon, con la moglie Giannina sempre al suo fianco.
Ma da imprenditore innovativo com’era, negli anni in cui Tambre doveva esplodere come stazione turistica invernale, Giancarlo Pianon fu uno dei fondatori e sostenitori della Società impianti risalita Tambre che con lo skilift di Pianon diede vita ad una delle piu belle piste di allora. Pista che per diverse edizioni ospitò gare di qualificazione Fisi come il trofeo Siro Bona e il trofeo Balbinot.
La pizzeria Pianon (chiusa da molti anni) da lui realizzata alla base della pista era il parterre ideale per controllare l’attività sciistica. Ma da innovatore nel 1965 seppe cogliere anche l’occasione di aquistare una grande baracca in legno dismessa dalla gestione del Cansiglio per farne la prima sala da ballo vera e propria dell’Alpago. La fece posare sopra la piccola altura di fronte all’albergo a Tambruz e la chiamò “Chalet Trieste”. Negli anni Settanta divenne ritrovo estivo, invernale e di fine settimana per tutta la gioventù. Per un breve periodo fu consigliere comunale e da sempre socio dell’Ana Tambre. —
Loredana Stiletto
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