Addio a Justi Haller Manaigo, per anni l’unica, autentica regina del “Miramonti” di Cortina

Aveva 103 anni, la sua storia somiglia a una favola: arrivò in hotel per lavorare, poi ne sposò uno dei figli dei fondatori 

CORTINA D'AMPEZZO. È morta serenamente fra le braccia della sue amate nipoti, e con lei se è andato un pezzo della storia di Cortina. Justi Haller Manaigo, per anni titolare dell’hotel Miramonti, è scomparsa venerdì a Lana (Bolzano), dove viveva.

Avrebbe compiuto 103 anni fra pochi giorni, essendo nata il 13 settembre 1917, ed ancora a luglio era tornata nella sua adorata Cortina, come faceva tutti gli anni in estate. Mercoledì alle 15 si terrà una cerimonia al cimitero di Cortina, dove Justi verrà seppellita nella tomba di famiglia accanto all’indimenticato marito Federico (Ico come lei amava chiamarlo) Manaigo (1912-1975). La storia di Justi ha i tratti della fiaba.

Nata a Santa Valpurga, in Carinzia, a 20 anni era arrivata, convinta da un’amica, a lavorare come barista al Miramonti di Cortina; e cinque anni dopo ne era diventata la proprietaria sposando Ico, figlio ultimogenito dei fondatori del più famoso hotel cortinese, Filomena (1878-1929) e Romeo (1868-1945). Gli altri figli erano Giulietta (1900), Amelia (1903), Romeo (1908) e Tino, gemello di Ico.

«Una mia amica», aveva raccontato un anno fa in un’intervista al nostro giornale, «aveva trovato un posto di lavoro al bar del Miramonti che, costruito nel 1902, si era già conquistato una bella fama, grazie alla clientela internazionale e del jet set dell’epoca, che ospitava. Io ero perplessa, ma alla fine ho accettato perché volevo lavorare e Cortina».

E ricordava così la nascita del suo amore: «In albergo si era soliti organizzare un ballo col personale a fine stagione. Quella sera, era il 1941, era finito lo champagne e Ico propose di accompagnarmi in cantina a prendere un’altra bottiglia, ma nel passaggio in cucina la bottiglia cadde per terra e si ruppe, causa il suo tentativo maldestro di baciarmi».

Si sposarono l’anno successivo, il 1942, al convento di Lana. All’epoca l’hotel Miramonti era diventato un ospedale, prima dei tedeschi, poi degli americani. Vi rientrarono solo nel 1950 dopo ampi lavori di ristrutturazione. E lì vissero anni magici.

«Dopo la guerra», rammentava, «la gente aveva voglia di vivere. Ricordo i grandi lavori, le maestranze che si davano da fare, muratori, pittori, squadre di facchini, la posa della moquette e dei parati. Riaprimmo con una grande festa, centinaia di invitati in una serata che vide tantissimi ospiti ed un grande ballo nel salone».

E Justi amava molto ballare. Lavorava in albergo con tutta la famiglia Manaigo, i figli dei fondatori e le loro mogli o mariti, ognuno col proprio compito. Pianterreno e saloni erano il suo regno.

«Curavo la disposizione dei fiori», raccontava ancora, «e passavo tanto tempo con i clienti, dai Mondadori ai Rizzoli ai Moratti; e poi Clark Gable, Cary Grant e Gary Cooper, Liz Taylor, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, David Niven, Claudia Cardinale, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, che fra tutti era il più simpatico».

E quando passeggiava nel parco del Miramonti, negli anni’50 e’60, la regina dell’albergo era lei, anche se accanto aveva donne splendide, come Brigitte Bardot, Ingrid Bergman o una testa coronata come Liliana de Retihy, moglie di Alberto re del Belgio. Justi Haller Manaigo aveva un tratto signorile ed una naturale capacità di fare la padrona di casa e di accogliere gli ospiti. Una signorilità che l’ha accompagnata fin quasi alla soglia dei 103 anni. —



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