Addio a Della Vecchia insegnante e rugbysta

BELLUNO. L’insegnamento, il rugby e la pesca. Erano le tre passioni di Mirco Della Vecchia, il professore della ragioneria “Pier Fortunato Calvi”, morto l’altro giorno per un malore improvviso. Aveva 63 anni: ancora uno e avrebbe lasciato la cattedra di diritto ed economia, per andare in pensione. È stato il figlio Federico a trovarlo senza vita in casa, di ritorno dal lavoro. Non c’era più niente da fare. Della Vecchia si divideva tra la scuola e il campo sportivo di Villa Montalban. Era più un dirigente e un accompagnatore che un allenatore, nel mondo della palla ovale, ma in fondo è solo una questione di patentino. Seguiva il ragazzo e, a livello scolastico era il referente per il provveditorato. In poche parole, toccava a lui organizzare le fasi provinciali dei giochi sportivi studenteschi, con la collaborazione dei dirigenti Claudio Dalla Palma e Leo Talamini. Parallelamente era un grande divulgatore di questo sport, soprattutto negli istituti comprensivi di Ponte nelle Alpi e Longarone. Senza contare la responsabilità, nel settore dell’educazione e della sicurezza stradale: «Era una persona molto importante, non soltanto per la divulgazione della disciplina del rugby, ma anche per l’organizzazione dei vari eventi di ogni finale di anno scolastico», ricorda Dalla Palma, «non sarà per niente facile rimpiazzarlo, per il grande lavoro che faceva, fra l’altro con una passione addirittura eccezionale».
In più, c’era l’attività con i Fossili Dolomitici, cioè i veterani del Rugby Belluno. I vecchietti terribili, che continuano a divertirsi. All’allenamento del giovedì sera, c’erano sempre sia lui che la signore a qualcosa di buono da mangiare non mancava mai.
Un mese fa, Della Vecchia era stato ricoverato all’ospedale San Martino di Belluno per una disfunzione cardiaca piuttosto preoccupante. Era stato sottoposto a tutti gli esami necessari, prima di essere dimesso. Sembrava tutto a posto, ma l’altro giorno quello stesso cuore l’ha tradito.
Lo piangono i familiari, ma anche gli altri docenti della ragioneria e, naturalmente i suoi studenti, che aveva lasciato solo poche settimane fa. E non ultimi di compagni della pesca, che era uno degli obblighi. Molti i pomeriggi trascorsi con grande pazienza, in riva al Piave, specialmente con un altro specialista, come Sebastiano Costa: «Ne abbiamo passate di giornate insieme, sulle rive dei fiumi della nostra provincia, con la canna da pesca. Gli mancava soltanto un anno scolastico alla meritata pensione e non posso davvero pensare che un amico come lui se ne sia andato così presto».
Non è ancora stata stabilita la data dei funerali, ma dovrebbe essere venerdì.
Gigi Sosso
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