Acqua marrone che bolle: strano fenomeno nel lago

DOMEGGE. Acqua marrone che fermenta, e bolle che si formano in superficie: strano fenomeno nelle acque del lago di Centro Cadore ma tutto è da ricondurre all’eccezionale caldo dell’estate.
Non è il depuratore che “spande” ma la chiazza marrone melmosa comparsa nel lago è tutta colpa di Lucifero e i suoi compari anticicloni: non sono altro che mucillagini. Come al mare, la poltiglia causata da bonacce e alte temperature, sta interessando anche il lago di Centro Cadore lungo la sponda nella zona di Domegge.
Un fenomeno naturale, nessun inquinamento da liquami: questi i primi responsi degli esperti che anche ieri sono tornati sul luogo e hanno effettuato alcuni campionamenti che dovranno confermare le ipotesi con le analisi. L’altra sera, sulla superficie del lago era stata notata una grande chiazza marrone abbastanza larga, che interessava le acque sulla riva sinistra dal ponte di Domegge, la zona dalla quale si procede poi per il rifugio Padova. La segnalazione è partita da alcune persone che si trovavano sulle rive del lago e hanno allertato il 115 dei vigili del fuoco.
Si riteneva che ci si trovasse davanti a un ennesimo caso di inquinamento: nella zona c’è il depuratore. L’acqua era parzialmente interessata dall’ebollizione: bolle d’aria che si formavano in superficie, oltre che il colore marrone. Elementi questi che sembravano indirizzare in maniera eloquente a responsabilità del solo impianto di depurazione che c’è nell’area. Ma non è così. I vigili del fuoco di Pieve di Cadore si sono recati sul posto con le squadre e sono stati allertati anche gli enti perchè verificassero eventuali perdite del depuratore, con fuoriuscite di liquami.
Ma, contattati già venerdì sera, Gestione Servizi Pubblici e Bim hanno smentito che vi fosse qualche intralcio all’impianto che insiste nella zona. Nessun cattivo funzionamento e nessuna perdita. Sul posto si sono recati anche i tecnici dell’Arpav: venerdì sera s’è presa visione della situazione, poi ieri mattina il personale dell’Agenzia è tornato sulle rive anche per fare dei campionamenti.
Alla luce del sole la situazione si è sicuramente presentata in maniera diversa e la melma ha assunto le sembianze di una vera e propria mucillagine. «Si tratta di materiale organico del lago, sedimentazioni organiche, alghe e cose simili che sono andate in fermentazione, quasi sicuramente per le elevate temperature che insistono nella nostra provincia da ormai più di un mese» spiega l’ingegner Gatto, dell’Arpav, investito del problema già l’altra sera «Si vedevano le bolle arrivare in superficie ma alle 22 di sera è difficile poter operare, dunque siamo tornati di mattino». Ieri per la precisione le squadre dell’Arpav hanno effettuato dei prelievi che ora saranno analizzati e daranno la definitiva soluzione di questo fenomeno.
«Come risultato del primo intervento» spiega Gatto «l’orientamento è che il fenomeno sia di carattere naturale, legato alle condizioni ambientali e al gran caldo. Del resto trenta giorni di temperature medie molto alte possono provocare questi fenomeni. Non si tratta di inquinamento. Noi abbiamo effettuato dei prelievi e dunque nei prossimi giorni avremo i risultati dei campionamenti». Materiale organico dal fondo del lago (alghe in particolare e altro) che è salito in superficie, disfatto per l’eccezionale ondata di calore di questo periodo: del resto con temperature imposte da Caronte, Caligola fino a Lucifero e tutti gli anticicloni passati anche di qua, l’acqua può raggiungere temperature anche di 20 gradi.
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