Abiti etici e sostenibili in un negozio del 1500

BELLUNO. Via Mezzaterra si arricchisce di un nuovo negozio dedicato all’abbigliamento etico e sostenibile. L’ambizione e il coraggio di due giovani imprenditori bellunesi, Rita De Colle e Alessandro...

BELLUNO. Via Mezzaterra si arricchisce di un nuovo negozio dedicato all’abbigliamento etico e sostenibile. L’ambizione e il coraggio di due giovani imprenditori bellunesi, Rita De Colle e Alessandro Bertoldin, porterà all’inaugurazione, sabato alle 17 in via Mezzaterra 12, di EthiQ: un progetto che rispecchia una visione più attenta verso il mondo in cui viviamo e che punta, attraverso un’accurata selezione dei prodotti, su abbigliamento etico, salute e un maggior riguardo per l’ambiente.

«Speriamo di poter contribuire al rilancio della zona, ridando vita a un negozio del 1500 che da circa sei anni era chiuso», spiega Rita. «Negli ultimi tempi in via Mezzaterra hanno aperto diverse attività innovative come la nostra, che rappresenta una tipologia di negozio ancora poco conosciuto in Italia. Stiamo sempre più attenti alla provenienza dei cibi che mangiamo, ma ci dimentichiamo di controllare da dove viene ciò che indossiamo. Anche i vestiti possono intossicarci: ftalati, formaldeide, metalli pesanti, solventi, coloranti tossici, sono tutti elementi chimici di cui gli abiti importati a basso costo, soprattutto dalle grandi catene della fast fashion, ma non solo, sono pregni».

Alla base di EthiQ c’è l’attenta selezione dei fornitori: «Crediamo e sosteniamo la filiera corta, scegliamo solo piccole e medie aziende che seguono processi di produzione che rispettano l’ambiente e le persone», continua Rita. Capi realizzati in Italia o certificati Fair Trade, utilizzo di materie prime biologiche, naturali e il meno inquinanti possibili come cotone bio, canapa, tessuto da eucalipto, faggio o reti da pesca riciclate; il lavoro di Rita e Alessandro non si ferma alla vendita, ma è indirizzato allo sviluppo di una rete capace di mettere in comunicazione tra loro tutti gli attori della filiera tessile, per arrivare ad un prodotto finito bello e sostenibile.

«Tutti i marchi che trattiamo sono accomunati da una visione eco-sostenibile in cui design, tracciabilità e qualità vanno di pari passo. Ho provato diversi prodotti simili all’estero ma non incontravano il gusto italiano, per questo ci siamo concentrati su produttori nazionali». Secondo i dati elaborati da Europe in the world e Altromercato, l’industria tessile è seconda solo a quella del petrolio come inquinamento generato al mondo e ricorre ad oltre 2000 sostanze chimiche, molte delle quali dannose non solo per la salute, ma anche per l’ambiente. Tutto a favore dell’industria della moda usa e getta che spinge le persone a comprare al solo fine di riempire armadi e di svuotare portafogli. «Per questo», conclude Alessandro, «abbiamo pensato ad EthiQ come vera alternativa a questo tipo di consumo, dando la possibilità di scegliere capi in fibre naturali e sostenibili, che valorizzano il lavoro dell’artigianato tessile, prestando attenzione anche alla nostra salute». (f.r.)

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