Abbraccio in silenzio e bacio sulla piastra in memoria di Zaina

BELLUNO. L'abbraccio di gruppo degli amici di Vasco Zaina attorno al materasso di atterraggio è l'immagine simbolo della quarta prova di Coppa del mondo di paracadutismo.
Al di là dei lanci, della gara, della vittoria della Slovenia e del secondo posto degli azzurri, quell'abbraccio, nel silenzio, racchiude il dolore per una morte che ancora nessuno sa spiegarsi. E che tutti vogliono capire.
È da poco passato mezzogiorno quando all'aeroporto Arturo Dell'Oro si celebra la vittoria dei forti atleti sloveni. La gara è conclusa, ma manca ancora una squadra: è il Free team, quello di Vasco Zaina. Sono in quattro a salire sull'elicottero, perché il quinto posto, quello che sarebbe stato occupato dal paracadutista friulano, è stato lasciato vacante. Attorno all'area di atterraggio si radunano tutti gli atleti delle altre quaranta squadre.
Osservano, in silenzio, i compagni di tante gare che concludono la loro prova. A pochi metri dal materasso c'è tutta l'associazione Paracadutismo Belluno, che ha organizzato la competizione. Uno dopo l'altro gli atleti atterrano, nel nome di Vasco. A chiamare le penalità è ancora una volta Bruna De Paoli, giudice della gara e moglie di Zaina, che aspetta che l'ultimo atleta si sposti dal materasso per dare il suo personale omaggio al marito: un bacio alla piastra che misura la precisione, un gesto tanto semplice quanto toccante per chi assiste a pochi passi da lei.
C'è un silenzio assoluto, al Dell'Oro, in quell'istante. Lo rompe prima un applauso, poi la sirena che scatta quando un atleta colpisce il cuore del bersaglio, e che è la stessa De Paoli ad attivare. Se la gara non è stata sospesa è anche (e forse soprattutto) perché lei ha chiesto di continuare. Quello sarebbe stato il volere del marito. Che è stato ricordato, ieri, in tanti modi. Con le parole, scritte su un cartellone sul quale era stata stampata, all'interno di un cuore, una foto collage del campione friulano. Con i gesti, come quell'abbraccio silenzioso attorno all'area di atterraggio che per un minuto ha paralizzato il Dell'Oro. Con una maglietta, quella indossata dal team femminile dell'Italia (giunto terzo), che è salito sul podio vestendo una semplice t-shirt bianca sulla quale erano state disegnate le lettere che compongono il nome di Vasco. La “V” è stata regalata a Bruna De Paoli.
Ed è stata ancora lei a spiegare, al termine delle premiazioni, che il marito avrebbe voluto tanto migliorare la casetta che fa da segreteria e sede dell'associazione di cui era vicepresidente, oltre che socio fondatore. Alcuni atleti hanno costruito una scatola e iniziato a raccogliere offerte per dare seguito al suo sogno. Intanto oggi l'ingegner De Blasi di Torino, il consulente incaricato dalla Procura di analizzare il materiale sequestrato, comincerà le prime indagini per capire cosa sia successo mercoledì sera, quando Zaina si è lanciato dall'aereo. La perizia sui paracadute servirà per chiarire se ci siano stati guasti o malfunzionamenti all'attrezzatura. Bisogna capire perché il campione friulano abbia dovuto sganciare il paracadute principale e aprire quello di emergenza, e perché anche questo non si sia aperto correttamente, tanto da farlo precipitare al suolo. Questa perizia, unita all'esito dell'autopsia (che si è svolta sabato) permetteranno di fare luce sulle cause della tragedia che ha scosso l'intero ambiente del paracadutismo. Domani nel Duomo di Porcia l'estremo saluto a Vasco Zaina. Il funerale è fissato per le 11 e ci sarà l'associazione Paracadutismo Belluno.
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