A Castellavazzo ha detto sì il 65.7%

CASTELLAVAZZO. Il 65.7% dei votanti (476) ha detto di sì. I no sono stati 251 pari al 34.3%.
Nel seggio di Castellavazzo centro hanno detto sì in 195 e no in 158. Nel seggio di Codissago hanno detto sì 214 e no 41 votanti. Nel seggio di Podenzoi hanno detto sì 67 votanti e no 52. Soddisfazione sia da parte della maggioranza che della minoranza per il risultato del referendum.
L’affluenza. Non arriva al 50 per cento l’affluenza alle urne a Castellavazzo. Alle 22 si è fermata al 45 per cento: hanno votato in 731 sui 1803 aventi diritto. Nel seggio del centro hanno votato in 354 (45.7%), nel seggio di Codissago in 257 sono andati alle urne (46.8%), nel seggio di Podenzoi in 120 (25%). La giornata di pioggia non ha di certo favorito l'affluenza che è rimasta bassa per tutta la giornata: alle 19 era al 35 per cento, alle 12 era ferma al 12 per cento.
I pareri sul referendum. Gli umori del paese sono sin dalla prima mattina orientati sulla certezza dell'esito finale, anche se non mancano i sostenitori del “no”. «Per me è una scelta obbligata – dice Alessandro Soranzo - è sicuramente meglio ampliare l'offerta dei servizi. Capisco che alcuni hanno paura della perdita del contatto diretto con l'istituzione comunale ma ormai i tempi non sono più quelli di una volta. Spero solo che l'edifico del municipio abbia uno sportello e il resto delle stanze sia destinato ad altri usi per il paese».
«Secondo me la fusione dovrebbe funzionare – dicono Isidoro Furlan che abita in centro e Jordan Vazza di Codissago – sono anni che le due comunità sono insieme per vari motivi. Grazie alla fusione poi ci saranno più risorse della regione per strade e altre opere come ben spiegato nell'opuscolo che è stato consegnato alla gente, poi anche Castellavazzo potrà usufruire del ricco patrimonio boschivo di Longarone».
«Secondo me è giusto che i comuni piccolo si uniscano così ci sono più abitanti e quindi più contributi» dice Giacomo Mazzucco. È un “sì” poco convinto invece quello di Fiore Mazzucco di Olantreghe: «Ho votato a favore ma ho il timore che alla fine le frazioni siano poco considerate, visto che già adesso lo sono. Molti credono che i soldi derivanti dalla fusione vadano a beneficio solo di Longarone».
Situazione equilibrata dall'osservatorio dell'Osteria “alle due corone”: «In questi giorni abbiamo sentito pareri discordanti dai nostri clienti – dicono i gestori del locale Alberto Mazzucco e Barbara Bianchet – alcuni sono favorevoli alla fusione per via della riduzione dei costi e della maggiore forza che ne deriverebbe in termini di numeri. Altri invece hanno paura che Longarone faccia la parte del leone e utilizzi solo per il suo territorio tutti i soldi del bilancio, anche per via della bassa considerazione della gente per alcune opere pubbliche realizzate non bene con i soldi del risarcimento Vajont di 15 anni fa».
Legate all'appartenenza le ragioni del “no”: «Io ho sentito solo propaganda – dice Loredano Bassini - nel senso che si è parlato tanto di vantaggi senza contraddittorio e senza analizzare gli svantaggi. Io non mi fido delle due amministrazioni che sono state poco vicine alla gente».
I fratelli Italo e Giacinto Bettio sono venuti dalla Francia per esprimere la loro contrarietà alla fusione: «Noi non siamo d'accordo perché alla fine i soldi andranno solo a Longarone e a noi non resteranno vantaggi. Castellavazzo rischia di fare la fine di un parente povero». Enrico De Col
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