A Belluno in settembre il raduno della Cadore

BELLUNO. L’appuntamento arriva a suggello della sfilata degli alpini delle Dolomiti.
Grande, quasi immenso lo striscione che annuncia “4 Raduno Brigata alpina Cadore. Belluno 20-22 settembre 2013”.
I “veci” della Brigata, quando transitano davanti al palco delle autorità, lo alzano con orgoglio, come invito esplicito alle autorità. Il raduno, spiega Dino Bridda, lo storico, si svolge ogni 5 anni, ma lo anticipiamo al 2013 perché la Brigata è stata costituita esattamente 60 anni fa; non ha mai conosciuto la guerra, ha invece partecipato a innumerevoli operazioni di soccorso, dal Vajont in avanti.
«Vogliamo che questo raduno sia appunto un omaggio ai militari che hanno portato conforto a Longarone, in Polesine, nei terremoti», puntualizza Angelo Dal Borgo, presidente Ana di Belluno, «oltre che alla memoria dei caduti nelle due guerre mondiali».
Come si è appreso a margine dell’adunata nazionale di Piacenza, il raduno della Cadore sarà accompagnato da mostre dedicate al beato don Gnocchi, con una serata di testimonianze organizzata da Bridda, e da concerti. Attesi più di 5 mila alpini che sfileranno lungo lo stesso percorso dell’adunata triveneta di due anni fa. Le penne nere bellunesi sono intanto rientrate pienamente soddisfatte da Piacenza. «Abbiamo trovato un’accoglienza molto calorosa», riferisce Arrigo Cadore, già presidente della sezione di Belluno.
«Noi eravamo davvero in tanti e con noi c’erano i pubblici amministratori, a dimostrazione di una solidarietà piena con quanto gli alpini fanno e testimoniano».
Tra i politici anche Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd. «Come l’anno scorso a Bolzano, così anche quest’anno a Piacenza», riferisce, «gli alpini della ‘Cadore’ sono stati accolti da una straordinaria simpatia, da applausi lungo tutto il percorso».
Ha aperto la sezione di Pieve di Cadore, con uno striscione che esclamava: «Montagna, Alpini, Emozioni, Vincolo indissolubile». Fortissimo l’effetto cromatico delle magliette rosse. Poi sono arrivati i bellunesi in bianco, con un motto che è tutto un programma: «Onesti e solidali per un mondo migliore». E un altro ancora: «Alpini onesti e solidali, patrimonio d’Italia». Fanfare e cori tra un gruppo e l’altro.
Infine Feltre, anche in questo caso numerose fasce tricolori, in testa il sindaco della città capoluogo. Dopo il rosso ed il bianco, ecco il verde gli alpini di questa sezione. Con Agordo che fa memoria esplicita del suo gruppo di Artiglieria da Montagna. E soprattutto con un messaggio, altrettanto esplicito, sul piano politico: «La nostra politica è per un’Italia migliore». Come dire, cari politici smettetela di giocare alle contrapposizioni sterili.
Anche perché – così recitavano gli ennesimi striscioni -: «L’alpinità è onesta e solidarietà» e «Gli alpini da sempre al servizio della comunità». E a chiudere, un messaggio di solidarietà: «Noi, dopo di voi». (fdm)
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