A Belluno è scoppiata la guerra delle epigrafi. «Pochi giorni e le nostre spariscono»

Il caso
Epigrafi sparite dalle bacheche, annunci funerari strappati, manifestini dei ringraziamenti spariti, fogli tolti di mezzo, marchio dell’agenzia coperto.
Più che un sospetto, quello che denunciano le onoranze funebri Donadel, che, da poco più di qualche mese, hanno aperto la casa funeraria a Marisiga. Neanche un mese è passato dalla nuova presenza sul mercato della città di Belluno, che la guerra dell’epigrafe è già scoppiata. «Un nostro manifestino non dura più di due giorni. Abbiamo avuto casi di clienti che lo hanno visto sparire appena dopo il funerale», attacca Nicola Donadel, figlio del titolare dell’impresa.
L’azienda è partita dalla zona feltrina, poi pian piano è riuscita ad avere la sua presenza anche nel capoluogo: la sede nuova di zecca non si può dire che passi inosservata giusto all’ingresso della città.
Tantissime le bacheche funebri sparse a Belluno: innumerevoli anche quelle nelle frazioni. Bacheche che, in questo periodo di Covid, spesso non riescono a contenere le epigrafi delle persone decedute. Ieri la maggior parte di loro era stata “ripulita”, tranne per qualche necro appesa di fresco. A suon di colla, vengono anche posizionata l’una sull’altra, ma è una concorrenza al limite della slealtà, quella che denuncia Donadel.
«Abbiamo aperto la casa funeraria e abbiamo cominciato a notare che sparivano le epigrafi», sottolinea Donadel, «prima non avevamo possibilità, non essendo conosciuti e non essendo presenti fisicamente sul territorio. Evidentemente qualcuno ha captato il pericolo e ha iniziato a farci sparire le epigrafi per non fare capire che al lavoro su Belluno ci siamo anche noi».
Donadel è approdato sulla piazza con la presenza massiccia della casa funeraria di Marisiga: in precedenza lavorava in altre zone della provincia. «Probabilmente, togliendo le epigrafi dalle bacheche, qualcuno pensa che la gente non veda il nostro marchio e non ci chiami per i funerali. Finora non abbiamo beccato nessuno di fronte alle bacheche a coprire i nostri manifesti, ma vediamo che quando passano ditte specifiche le nostre epigrafi non ci sono più».
Resistono solo dove la concorrenza non è passata per affiggere le sue. È allucinante», continua Donadel, «capisco non voler far fare pubblicità gratuita alla concorrenza e anche che dopo due o tre giorni ci sta di togliere il manifestino. Ma addirittura farli sparire il giorno del funerale o il giorno dopo mi sembra incredibile... Bisognerebbe almeno mostrare umanità nei confronti del defunto e dei suoi famigliari».
Per non parlare dei manifestini di ringraziamento: «Tirati via, eliminati. Del resto è una cosa che riscontriamo per tutti i funerali che facciamo a Belluno: abbiamo il problema con le ditte del capoluogo».
Insomma, Donadel fa emergere un rito che rasenta la concorrenza sleale: colla in mano, manco si guarda la data, e via epigrafe su epigrafe.
Non è la prima guerra delle onoranze funebri che scoppia ai piedi delle Dolomiti: negli anni scorsi il mercato ha segnato altre gloriose tappe.
«Tempo fa avevamo fatto denuncia a Sedico, contro ignoti ma senza risultato. Ora dal punto di vista imprenditoriale siamo stufi: la questione delle epigrafi ci porta via tempo ed è un lavoro, poi riceviamo le lamentele dei parenti. L’altro giorno abbiamo celebrato un funerale a Sargnano, venerdì mattina andiamo fuori con i ringraziamenti di un altro defunto e le epigrafi di Sargnano non le abbiamo più viste, erano già sparite. Certe volte ci capita con le epigrafi del funerale del giorno, oppure ci vengono coperti i simboli, mentre alcune di altri resistono anche una settimana: lasciano la loro vecchia ed eliminano piuttosto la nostra che è magari fresca. Purtroppo invidia e cattiveria sono gratuite ma c’è libera concorrenza».
Lontani dall’ironia di Taffo quando diceva “ti aiuteremo a farlo a pezzi“ nel messaggio pubblicitario per un funerale pagato a rate... —
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