A 40 anni la Val Maor vuole il rilancio

La società attende che il progetto Cmf per il Monte Avena vada in porto
Gli impianti della Val Maor nella ski area Monte Avena
Gli impianti della Val Maor nella ski area Monte Avena
 SOVRAMONTE.
L'8 dicembre del 1970 una cinquantina di soci fondavano la Val Maor srl: una data importante per il riscatto della montagna e lo sviluppo turistico, invernale ed estivo, sul monte Avena. Tra i primi amministratori della Val Maor, Angelo De Faveri, ricorda le numerose difficoltà per «scalfire la resistenza» iniziale. Una storia che inizia verso la fine degli anni Ottanta quando la società compra alcuni terreni sul Monte Avena, dove viene realizzato un moderno impianto di risalita negli anni Novanta, ma con ritardi e aumenti di costo. Così nonostante gli aiuti della Regione la società si indebita con la Cassa di risparmio. La seggiovia per molto tempo funziona a singhiozzo a causa dei problemi cronici d'innevamento e la mancanza di collegamento con i vicini impianti di risalita skilift Baby e skilift Campon.  La società salvata dal debito qualche anno fa grazie a un ulteriore contributo della Regione e al comune sovramontino - diventato socio di maggioranza al 52 per cento - ha aggiustato i conti con la donazione di 160 mila metri quadri di terreno sul monte Avena. Prati e boschi che, nell'ottica di riqualificazione del territorio dell'amministrazione Scalet, rappresentano il carburante per la nuova centrale a biomasse, che in futuro dovrebbe servire le scuole e la casa di riposo di prossima costruzione.  Rispetto agli anni Settanta, i soci privati della Val Maor sono triplicati. Mentre gli organi statutari sono stati sfoltiti. Ora il collegio dei revisori dei conti non esiste più e al timone c'è un amministratore unico, Ivano De Bortoli, senza compenso. A gestire gli impianti di risalita e le strutture della ski area è la società Croce d'Aune Sviluppo; il suo contratto d'affitto scadrà nel 2011.  La vera sfida del futuro è tutta rivolta ad evitare la solitudine e a unire le forze, fa capire il sindaco sovramontino Armando Scalet, che ai futuri amministratori indica la via: «Bisognerà collaborare con tutti i soggetti operanti sul monte Avena: comuni, enti territoriali, operatori economici».  In questo modo, una volta completati lo skilift, il tappeto mobile e l'impianto di sollevamento dell'acqua necessaria all'innevamento della pista, il progetto da più di un milione di euro della Cmf, riscatterebbe non solo la seggiovia, ma l'intera area sciistica.

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