1.500 giovani curati e reinseriti nella società

BELLUNO. Accoglienza, terapia, comunità di doppia diagnosi e case alloggio. Servizi per i familiari e di formazione per gli operatori. Il Ceis è attivo su molti fronti per combattere le dipendenze....

BELLUNO. Accoglienza, terapia, comunità di doppia diagnosi e case alloggio. Servizi per i familiari e di formazione per gli operatori. Il Ceis è attivo su molti fronti per combattere le dipendenze. In 30 anni sono state accolte nelle strutture del centro 1500 persone, e oltre 6 mila familiari hanno fatto parte dei gruppi di sostegno. Per chi entra in comunità viene studiato un programma personalizzato per uscire dalla dipendenza.

«Il periodo residenziale dura da sei mesi a un anno e mezzo, due al massimo», spiega don Gigetto De Bortoli. «Poi c'è la fase di rientro in società, che è mista: si può continuare a rimanere nelle comunità o uscirne». Per esempio entrando in una comunità casa alloggio, o usufruendo di uno degli appartamenti che il Ceis mette a disposizione all'interno del servizio “housing”, e che si trovano a Ponte, a Borgo Piave, sul Nevegal, a Ceneda (Vittorio Veneto) e nelle strutture ricettive di Levada (Treviso), Forno di Zoldo e al circolo Ippikò di Sedico. Questo servizio, unito a quello per il reinserimento lavorativo di chi si trova in riabilitazione, rende il centro di solidarietà italiano molto ambito dalle famiglie che si trovano a dover affrontare una problematica legata alla dipendenza da alcol o droghe.

Il Ceis, però, lavora anche sulle patologie legate all'apprendimento. Nel 2006 è nata la Fondazione Progetto Uomo, che si occupa di formazione in ambito psico-educativo e che ha avviato diversi laboratori per il recupero delle abilità di lettura e scrittura in bambini e ragazzi dislessici o che presentano altri disturbi specifici dell'apprendimento. Che, se non curati, possono condurre all'emarginazione sociale o a cadere in una dipendenza. (a.f.)

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