Le emozioni Mondiali di Alessandro Bristot. «Primo anno nei grandi devo imparare tanto»
Volley. Lo schiacciatore bellunese in pianta stabile nel Trentino.
«Pavei importante per me, spero che il Belluno salga di categoria. Mio fratello Davide sempre nei nostri cuori»

Gli undici punti realizzati al Mondiale e gli altrettanti nelle sfide disputate in Cev Volleyball Cup rappresentano un punto di partenza. I prossimi step? Accumulare un maggior numero di presenze in Superlega, ma per quello di tempo ce ne sarà.
È un anno di apprendistato quello che Alessandro Bristot sta vivendo all’Itas Trentino. D’altronde, parliamo della prima stagione completa tra i grandi, dopo le annate con giovanili e seconda squadra e la prima convocazione della scorsa annata.
Lo schiacciatore bellunese classe 2005 sta comunque dimostrando di poterci stare, a determinati livelli. In Brasile è sceso in campo da titolare nell’ininfluente sfida del girone persa contro il Sada Cruzeiro e in aggiunta ha disputato uno spezzone della finale persa contro gli stessi brasiliani, con tanto di autografo dai nove metri. Attende il suo momento il 19enne, diventato grande presto, troppo presto.
Un posto nel cuore lo ha sempre il fratello maggiore Davide, mancato improvvisamente all’età di 18 anni nell’estate 2021. Una tragedia che ha obbligato Alessandro a guardare in faccia aspetti della vita che vorresti conoscere il più tardi possibile. Ne parla con fatica, ma al tempo stesso volentieri, lanciando quel messaggio di unità senza i quali, certe tragedie, diventa complesso superarle.
Alessandro, cominciamo dal campo. In Superlega hai disputato pochi minuti, ma le tue prestazioni al Mondiale e prima ancora in Coppa Cev stanno fornendo a coach Soli feedback da non sottovalutare.
«Me lo aspettavo che sarebbe stata dura giocare. Ho davanti a me Michieletto e Lavia, probabilmente i più forti del mondo nel ruolo. Non nego all’inizio sia complicato non giocare, specie dopo anni in cui in B e nelle giovanili ero un costante protagonista. Poi ci ho fatto l’abitudine, spostando il focus sull’allenarmi al meglio. Pesi, tecnica individuale: curo ogni dettaglio. Intanto guardo, osservo i campioni assieme ai quali condivido lo spogliatoio: tutte persone in gamba che aiutano a crescere come atleta e come persona».
Il Mondiale non è andato come auspicavate, ma a livello personale te lo porterai nel cuore.
«Il coach ci aveva preavvisato dell’intenzione di far rifiatare Michieletto e Lavia e contro il Cruzeiro nel girone e siamo stati pronti. Più in generale, prendere parte a un Mondiale per Club è incredibile: un’esperienza unica nel suo genere».
Peccato il risultato della finale.
«La delusione non possiamo nasconderla. Detto ciò, vanno riconosciuti i meriti ai nostri avversari, i quali non hanno sbagliato di fronte a un pubblico splendido. Comunque fermarci sarebbe sbagliato, avendo di fronte a noi campionato, Coppa Italia e Coppa Cev, dove a gennaio affronteremo i playoff contro i rumeni del Corona Brasov per accedere ai quarti».
Hai cominciato con la Spes Belluno.
«Sì, seguendo mio fratello Davide, gli amici e ovviamente la famiglia con la pallavolo nel sangue. Anni bellissimi, nei quali non mi sono mai divertito così tanto. Ricordo in particolare l’ultimo prima di trasferirmi a Trento in prima superiore: allenava Alberto Pavei, assieme ad Alberto Galliani e a papà Paolo. A proposito, due parole su Pavei le spendo volentieri, avendo lasciato un segno in me sia sul piano pallavolistico sia sul piano umano».
A proposito di Davide, ti va di parlarci di come hai affrontato la morte di tuo fratello?
«Io penso la nostra forza in famiglia sia stata l’unione. Assieme a papà, mamma e mio fratello Nicola, combattiamo il dolore rimanendo uniti. In questi casi ti salva il parlare con loro e con gli amici o la mia fidanzata Caterina, non certo evitando l’argomento. Così tenti di alleviare qualcosa che non si può spiegare e che comunque a volte rende complicato alzarsi la mattina o dormire la notte. Il pensiero va a lui, sempre».
Chiudiamo con un argomento più leggero. Papà Paolo è nella dirigenza del Belluno Volley. Li segui?
«Eccome. C’è gente in gamba in società, accomunata da una forte passione. Li conosco tutti e auguro loro il meglio. Confido ottengano i risultati auspicati e salgano ancora di categoria…».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi