Migotti: «Ok la visibilità mediatica ma si deve fare memoria attiva»

LONGARONE. Il Giro d'Italia avrà un suo momento particolare per la memoria del disastro del Vajont, di cui ricorre il 50° anniversario, motivo per cui la partenza di tappa è stata programmata a Longarone. Domani mattina alle 12.30 ci sarà infatti la deposizione di una corona commemorativa nel cimitero monumentale delle vittime del Vajont, a Fortogna, alla presenza anche del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Zaia sarà con i quattro sindaci dei Comuni che furono colpiti dalla catastrofe del 1963 (Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso e Vajont) insieme alle varie autorità, agli organizzatori del Giro e al detentore della maglia rosa del giorno prima. Questo evento più riflessivo piace ai superstiti che vedono il Giro come occasione positiva di visibilità per il ricordo della tragedia, come dice anche il presidente dell'Associazione Superstiti Renato Migotti: «Questo momento di sosta e meditazione per rendere onore alle 1910 vittime è sicuramente apprezzabile. Era importante trovare uno spazio al di fuori dai ritmi serrati della gara, della carovana e di tutto quello che ne deriva. Gara che quest'anno passa qui nei luoghi che furono segnati dalla più grande catastrofe causata dall'uomo. Tra tutte le simbologie legate al passaggio del Giro, questa è ovviamente quella che apprezzo di più. E' positivo avere portato quassù la corsa, perché dà grande visibilità mediatica: ma bisogna che si faccia memoria attiva, che attraverso il Giro si accendano i riflettori nazionali su una tragedia che, ancora dopo 50 anni, è spesso raccontata con superficialità ed è poco nota in certi suoi aspetti. Basti pensare al consueto errore di alcuni organi di stampa, che scrivono che la diga è crollata. Cogliamo dunque l'occasione per invitare le giovani generazioni a ricordare e a riflettere: a loro deve andare l'insegnamento del Vajont».
Enrico De Col
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi