Massimo Puppo, un bellunese negli uffici del Campodarsego

Ex dirigente di Fiori Barp e Belluno, ora è segretario e team manager dei padovani «Domenica contro l’Union Feltre i punti in palio saranno pesantissimi»



. In biancorosso da quattro stagioni. Massimo Puppo è il segretario a tempo pieno e team manager del Campodarsego. Società ambiziosa, che ogni anno prova a salire di categoria, senza però riuscirci. Obiettivo identico pure in questa stagione, forse la più equilibrata da molti anni. In cinque lottano per il primato. In rigoroso ordine di classifica, ecco Adriese, Campodarsego appunto, Arzignano, Union Feltre e Delta.

Bellunese doc, dirigenti da tanti anni. Fiori Barp prima, Belluno poi. Sino allo sconfinamento nella padovana, con l’anno all’Atletico San Paolo Padova e in seguito l’esperienza tutt’ora in corso con la realtà biancorossa.

«Mi sono trasferito quaggiù, d’altronde oltre il ruolo di segretario impegna dalla mattina alla sera ed inoltre sono team manager della prima squadra».

Come mai questo cambio di vita, nell’estate 2014?

«Un coinvolgimento di Lorenzo Cresta, direttore generale del Belluno che passò all’Atletico San Paolo. Avevo il desiderio di tentare un’esperienza diversa, fuori dal bellunese. Al San Paolo ho svolto il ruolo di segretario amministrativo, però purtroppo è andato tutto male: la squadra è retrocessa in Eccellenza, mentre la società è fallita».

Poi arriva una chiamata.

«Esatto. Stavo guardando attorno in cerca di una nuova realtà, quando a metà luglio mi telefona il direttore Gementi, che voleva affidarmi il ruolo di segretario. Da allora è iniziato un rapporto consolidatosi sempre più con gli anni».

Il momento più bello vissuto al Campodarsego?

«La Coppa Italia di categoria conquistata lo scorso anno a Firenze. Un momento magico, in grado di coprire il dispiacere per un campionato andato così così».

Il primo anno di serie D fu nel 2015-2016, vincete proprio contro il Belluno la finale playoff, ma all’ultimo rinunciate alla possibilità di essere riammessi in C, causa il pochissimo tempo utile a disposizione per presentare le varie carte. Rammarico?

«La voglia di salire di categoria c’era e c’è tutt’ora. La dirigenza è ambiziosa, pur muovendosi sempre con i piedi ben piantati a terra. In quel momento venne deciso di posticipare l’eventuale salto nel professionismo. Adesso si sta lavorando per limare ogni ostacolo, impianto sportivo compreso».

Nonostante la rivalità sportiva, rimane l’occhio di riguardo nei confronti del Belluno?

«Certo, le radici non si dimenticano. Conosco molti membri della società e tanti giocatori, senza contare mister Vecchiato che è una persona squisita. Controllo sempre i loro risultati e le loro vicende».

Dunque, da quanto ho capito, il Campodarsego crede nella possibilità di raggiungere la C già quest’anno.

«Sì, però essendoci almeno cinque squadre in corsa significa dove rimanere profondamente concentrati sino all’ultima giornata».

Quindi, in questa corsa verso la gloria, temete pure l’Union Feltre?

«Sarebbe irriconoscente non inserire pure loro nel gruppo delle pretendenti. Numeri e risultati parlano chiaro e, pur non conoscendo i loro obiettivi iniziali, se sono lì è perché lo meritano».

Domenica, da voi, scontro diretto.

«E i punti pesano tantissimo. Speriamo di conquistarli noi». —

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