Il ds Boccanegra lascia la scrivania del Belluno

Serie D. Addio dell’uomo da 52 punti: «Soltanto il nuovo presidente Gallio avrebbe cambiato i giochi»
Belluno Pordenone 1-2
Belluno Pordenone 1-2

BELLUNO. Addio diesse. Impressionante quello che sta succedendo al Belluno. I 52 punti dovrebbero essere una polizza vita quasi per tutti e, invece, è stato perso il primo pezzo. La precarietà calcistica è diventata disoccupazione per il direttore sportivo Gianpietro Boccanegra. Che campa lo stesso, ma non rimane dietro la scrivania, dopo appena una stagione, nel corso della quale si era guadagnato la riconferma: «Non rimango, questo adesso posso anche dirlo», dice con dispiacere Boccanegra, «ci sono delle divergenze con la società e sono diventate insanabili.Pensavo che il nuovo presidente Livio Gallio potesse cambiare i giochi, ma così non è stato e così mi tocca salutare, alla fine di un’esperienza, che rimane esaltante. Pensa un po’ che abbiamo fatto 52 punti e, secondo me, c’erano tutti i presupposti, per andare avanti, confermando la maggior parte della squadra e senza fare danni».

Il presidente non c’è. Il problema è molto semplice. Il nuovo numero uno, sostituto di Sergio Carbonari non c’è ancora. E sarà bello trovare un nuovo direttore, che parta da zero il 9 maggio, quando i colleghi hanno già cominciato da mesi a impostare la prossima stagione, oltre tutto con la salvezza già in tasca da settimane: «È anche questa incertezza, che mi ha spinto a lasciare. Carbonari c’è sempre, ma quello che manca è un interlocutore, con il quale parlare. Insomma, il nuovo massimo dirigente».

Raschi in attesa. Già è strano che lasci Boccanegra, sarebbe pazzesco, se non dovesse rimanere Roberto Raschi. Che martedì ha guidato l’ultimo allenamento della stagione, più avanti passerà un’altra serata con i suoi ragazzi, ma non conosce il suo futuro, anche se a grandi linee può immaginarlo.

Delta ok a Crema. Nella prima della poule scudetto, vittoria per 1-0 dalla Pergolettese.

Gigi Sosso

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