Granfondo, giro di vite contro i “portoghesi”

FELTRE
Presa di petto. La Commissione disciplinare della Federazione ciclistica italiana ha squalificato per un anno Giuseppe Sorrenti Mazzocchi, su sollecitazione del procuratore federale Gianluca Santilli e segnalazione degli organizzatori della Sportful Dolomiti Race di Feltre. Uno stop senza precedenti per il vincitore dell'ultima Maratona dles Dolomites, che lo terrà fuori da tutte le gran fondo organizzate dalla Fci. A Feltre, Sorrenti Mazzocchi aveva ceduto il pettorale dell'anno prima all'amico Fabio Tugnoli, permettendogli di partecipare all'edizione 2011 della corsa, senza aver perfezionato l'iscrizione.
Il numero che Tugnoli ha utilizzato nello scorso giugno era stato regolarmente assegnato dall'organizzazione ad Alias De Gasperin: pertanto c'erano due pettorali uguali, con tutto quello che può significare, in caso d'incidente.
Una volta scoperto il problema, il comitato organizzatore aveva sanzionato per un anno Sorrenti e per cinque mesi Tugnoli e la sua decisione è stata ripresa dalla Commissione disciplinare nazionale, che ha emesso una sentenza senza precedenti e non solo nel mondo del ciclismo. La squalifica rappresenta un importantissimo passo avanti nella lotta ai fenomeno dei cosiddetti “portoghesi”, vale a dire coloro che partecipano senza numero alle varie manifestazioni. Ed è anche un riconoscimento al lavoro che sta svolgendo il consorzio Fivestars League, del quale fa parte la Sportful Dolomiti Race. Una soddisfazione per gli organizzatori del Pedale Feltrino.
«Può sembrare triste dire che siamo soddisfatti di aver visto riconosciuta ai più alti livelli nazionali una nostra iniziativa, ma è così», sottolinea il presidente Ivan Piol, « Sorrenti Mazzocchi è un ragazzo perbene, ma in questo caso ha commesso una leggerezza, cedendo il numero dell'anno prima a Tugnoli. Purtroppo quello dei “portoghesi” è un fenomeno abbastanza diffuso: basta vedere quante centinaia di ciclisti aspettano il passaggio del gruppo, qualche chilometro dopo la partenza e poi si intrufolano. Capisco che ci sia la crisi e magari non tutti abbiamo voglia di spendere i 35 euro dell'iscrizione, ma costano anche i servizi che offriamo a chi partecipa regolarmente. Per dire, quest'anno hanno richiesto l'intervento dell'ambulanza due persone, che ufficialmente non erano nemmeno in gara. Faccio un altro esempio: metti che Tugnoli s'infortuna gravemente, noi andiamo ad avvertire la famiglia di De Gasperin, perché il numero è lo stesso. Se dovesse ripetersi un inconveniente del genere, credo che passeremmo alle denunce, soprattutto per salvaguardare chi fa le cose in maniera ineccepibile».
Gigi Sosso
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