Di Luca: «E' stata durissima ma unica» Garzelli: «Sono ancora protagonista»

L’arrivo di Vincenzo Nibali e a destra Michele Scarponi in azione in salita (www.obiettivo.net)
NEVEGAL
. Il Giro d'Italia 2011 è degli spagnoli e della Spagna. Contador entusiasma e le tappe di montagna parlano tutte iberico. La cronoscalata bellunese lo conferma. Ma nell'arena da combattimento del Nevegal a regalare emozioni ci hanno pensato anche i portacolori della nostra bandiera. Le urla di incitamento, d'identificazione delle 100mila anime accalcate sotto la calura erano anche per loro. A sfilare tra due incontenibili ali di folla c'erano anche loro. Alla fine, stravolti, hanno la forza di rispondere alla densa macchia di giornalisti che li circondano. Il primo a tagliare il traguardo è
Danilo Di Luca
, il killer di Spoleto, al rientro nella corsa a tappe più impregnata di storia del globo dopo la squalifica: «Sono venuto al Giro nel ruolo di gregario del mio capitano Rodriguez, mi attengo al mio compito cercando nel contempo di eliminare la ruggine ereditata dallo stop forzato. Sono soddisfatto della mia corsa, oggi è stata durissima ma molto molto emozionante. Sfilare così, sotto gli occhi di così tante persone, è un qualcosa di unico». Di Luca sogna una soddisfazione personale da qui al termine: «Vincere una tappa sarebbe il massimo. Non potrei chiedere di più. Quella del Sestriere stuzzica più delle altre, ma ogni giorno è un'occasione per dimostrare qualcosa». È il turno di
Stefano Garzelli
, vincitore al Giro nel 2000, al momento del «ferma» al suo cronometro personale, il varesino era leader provvisorio della classifica di tappa: «Ero stanco dopo la fuga nella tappa del Gardeccia, ma nel giorno di riposo ho recuperato bene. Ero fiducioso. Sono partito forte prima dell'inizio della salita, e dunque poi è risultato difficile gestire le energie quando la strada si è impennata. Sono riuscito ad andare su regolare e questo mi ha permesso di ottenere questo buonissimo risultato. È bello essere ancora protagonista dopo tanti anni. Sono orgoglioso». A quanto pare le cronoscalate sono pane per i denti del capitano dell'Acqua&Sapone, l'anno scorso sul Plan de Corones fu vittoria: «Ultimamente le crono in salita sono diventate la mia specialità. Anche quella di quest'anno sul Nevegal è stata dura, per tutto il tracciato. Per il successo di tappa è giusto provarci fino in fondo. Sestriere? La più papabile». C'è anche chi ha qualcosa da dire per quanto riguarda la classifica generale. La Maglia rosa è di Alberto Contador, ma per il secondo posto e, più in generale per il podio, tutto è ancora da decidere. In lotta ci sono anche due italiani: Vincenzo Nibali della Liquigas e Michele Scarponi, capitano della Lampre. E come è logico e naturale che sia sono gli stessi corridori che si sono contesi al fotofinish la piazza di damigella d'onore anche in questa colorata e frizzante cronoscalata da Belluno al Nevegal. Alla fine l'ha spuntata Nibali, nonostante la grande gara del sua avversario. Ed è proprio
Michele Scarponi
ad esprimere le sue emozioni: «Oggi abbiamo tutti dato il massimo. Nessuno si è risparmiato. È stata una bellissima tappa. Sono partito molto forte e alla fine, devo ammetterlo, mi sono mancate le gambe. Sono arrivato allo strenuo delle mie forze. Comunque ho fatto il tempo che mi aspettavo. Sono soddisfatto della mia tappa e del Giro in generale. Contador è fortissimo e lottare per il secondo posto è un qualcosa di grande». Anche a lui viene rivolta la domanda sulle aspettative per le prossime ultime tappe che porteranno alla crono finale di Milano. «Sicuramente ci tengo a mantenere il posto sul podio nella generale, lottando fino alla fine per la seconda posizione, in più è naturale cercare anche il successo di tappa. Il tracciato che presenta, tra le altre, anche la salita al Sestriere è quello che attira di più. Sarebbe fantastico vincere lì. È un'altra tappa epica».
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