Cortina, Cadore, Longarone e Ponte poi il Gp della montagna in Val Cantuna

Per tre giorni le strade bellunesi so coloreranno, ancora una volta, di rosa.
Il compito di “aprire” il Giro 102 in provincia è affidato domani alla Valdaora – Santa Maria di Sala. Dall’Alto Adige al Veneziano, 220 chilometri che serviranno per rifiatare in visto della tre giorni finale Per i velocisti rimasti in gara si tratta dell’ultima occasione a disposizione per portarsi a casa un successo.
La partenza da Valdaora verrà data alle 12. Poco meno di un’ora dopo ci sarà l’ingresso in provincia, a Cimabanche. Quindi discesa verso Cortina, la Valle del Boite, Valle e Tai di Cadore (la carovana pubblicitaria si fermerà attorno alle 12), Longarone e Ponte nelle Alpi.
Poi ci sarà la zona rifornimento e, dunque, l’unico Gran premio della montagna, la Val Cantuna, ascesa classificata di quarta categoria che potrebbe essere il trampolino di lancio per qualche coraggioso. Al traguardo mancheranno tanti chilometri, certo, ma per il gruppo non sarà semplice bloccare la corsa con le poche forze rimaste nelle gambe.
Dopo la Val Cantuna (passaggio dei corridori tra le 14. 30 e le 15), picchiata verso Farra. Si costeggerà dunque il lago di Santa Croce salendo verso Sella Fadalto. Poi giù, discesa fino a Vittorio Veneto e tanti chilometri sulle strade trevigiane e veneziane.
Traguardi volanti fissati a Susegana e Noale. Arrivo a Santa Maria di Sala previsto tra le 17 e le 17. 30. La provincia di Belluno si è già vestita a festa per questa tappa da giorni. Tanti i paesi vestiti di rosa.
Vestita di rosa anche la Val Cantuna, la salita pontalpina che “debuttò” al Giro nel 2013. Era il 16 maggio e, all’indomani della Cavee del Predil – Vajont, si correva la Longarone – Treviso. Giornata piovosa, con i padiglioni di Longarone Fiere provvindenziali nel dare riparo ai corridori in attesa del via.
Poi, appunto, la Val Cantuna, un tappeto rosa (grande anche in quell’occasione il lavoro dei volontari) sul quale presero posto, nonostante il diluvio, tanti appassionati. In cima ci fu il traguardo volante dedicato a Mansueto Mares, tecnico alpagoto scomparso da poco. Protagonista fin da primissimi chilometri dopo il via fu un quintetto composto dal’olandese Maurits Lammertink, dal russo Maxim Belko, dal belga Bert De Backer, dal padovano Marco Marcato e dal piemontese Fabio Felline.
Alla fine però, la frazione si risolse con uno sprint di gruppo che vide il successo dell’inglese Mark Cavendish davanti al francese Nacer Bouhanni e allo sloveno Luka Mezgec. Quel giorno vide il naufragio dell’attessimo Brdaley Wiggins, al traguardo di Treviso con un ritardo di 3’35” . —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi