Contador, il padrone assoluto del Colle

BELLUNO. 48 ore prima si era accontentato di precedere Michele Scarponi sul terzo gradino del podio del “tappone” da Conegliano al rifugio Gardeccia, nella domenica che aveva incoronato il connazionale dell'Euskaltel-Euskadi, Mikel Nieve Iturralde autore, sulle erte finali dinnanzi al Catinaccio, di un’impresa d’altri tempi, spegnendo in cuore a Stefano Garzelli, a lungo solitario all'attacco, la gioia del trionfo. Doveva fare i conti con Vincenzo Nibali, ma il generoso siciliano, che aveva provato l’attacco sulla discesa del passo Giau, ha pagato a caro prezzo lo sforzo nel finale. E così Alberto Contador si è presentato a Belluno ancora elegantemente fasciato nella maglia rosa, che significa non solo il primato al Giro ma anche che sei il più forte. La “cronoscalata” (la seconda cronometro di quel Giro) da Belluno al Nevegal era, di tutte le tappe, forse la più attesa e non ha mancato davvero di tramutarsi in vera apoteosi.
Una due giorni di grande festa, anche per celebrare adeguatamente il 24 maggio del 1915 quando… «Il Piave mormorava, calmo e placido, al passaggio dei primi fanti…» e l’Italia si gettava nella Prima Guerra Mondiale. Ed il “ponte della Vittoria” attraversato dai ciclisti è stato il monumento di questa tappa di un Giro che ha voluto celebrare i “150 anni dell’Unità nazionale” e che, ad ogni tappa, ha proposto un momento di riflessione. Tra tricolori appesi ovunque e addobbi “rosa Gazzetta”, tutta Belluno si era impegnata e scatenata, rispolverando l’orgoglio vero!
Dopo lo sforzo che ha segnato i corridori nella salita al Gardeccia, giornata di riposo proprio a Belluno, con la città che ha potuto vivere una dimensione inattesa. Piazza dei Martiri era il cuore delle operazioni, con la partenza fissata davanti al teatro comunale. Da lì, uno alla volta, i corridori sono stati chiamati ad affrontare i 12,7 Km di pura salita, non durissima (una pendenza media dell'8,2% e punte massime del 14%) ma neanche semplice, che li ha portati in Nevegal.
Un Nevegal invaso da migliaia di appassionati: tra Belluno ed il Nevegal un bagno di folla. Centomila?, Sessantamila? Ognuno ha la sua stima ed il suo metro per misurare la folla. Quello che conta che i corridori sono saliti tra due ali di folla festante. E meno male che era giornata feriale…
Un Nevegal preso d’assalto: la “linea Maginot” del traffico verso il traguardo spostata prima a Quantin, poi a… Col di Cugnan; l’A27 bloccata dopo mezzogiorno. Con il Padreterno grande sponsor del Giro bellunese: sole e caldo ad esaltare le bellezze di una città, Belluno, e del suo Nevegal.
L’ultimo a muovere è stato il leader, Contador. Lui in salita non conosce avversari né crisi. Prima di questa “crono”, lo aveva già dimostrato sull'Etna, dove ha conquistato anche la maglia rosa, e pure sul Großglockner, dove ha lasciato la vittoria al venezuelano José Rujano. Sale che pare abbia le ruote motrici e perfino l’asfalto dà l’impressione di cedere sotto la potenza delle sue pedalate. Vince in un tripudio di suoni, colori e passione. Dietro Vincenzo Nibali; Michele Scarponi tiene bene e consolida il podio finale.
Ma il diavolo ci ha messo la coda. Contador si era presentato al via del Giro “in extremis”, grazie ad una sentenza definitiva di riabilitazione che gli ha permesso il ritorno alla corse dopo che a fine gennaio veniva sospeso per un anno dalla Federciclismo spagnola. Poi ricorsi al TAS, il “Tribunal Arbitral du Sport” che il 6 febbraio 2012 ha determinato la squalifica di Contador per due anni, con effetto retroattivo, partendo dal mese di agosto 2010. Gli vengono così revocate tutte le vittorie conseguite nel periodo incriminato, tra le quali quelle del “Tour de France” 2010 e del “Giro d'Italia” 2011. A brindare, “a tavolino”, si trovano così Vincenzo Nibali, che diventa il vincitore della tappa bellunese e Michele Scardoni che, quindi, scrive il proprio nome nell’Albo d’Oro del Giro d’Italia. (g.v.)
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