Cabinovia Apollonio-Socrepes, via alle indagini archeologiche: Simico sotto pressione per i ritardi
Iniziate le indagini preventive propedeutiche alla realizzazione dell’impianto a fune da parte di Simico. I veterinari: «Fanno di tutto senza avvisare: tante promesse ma oggi siamo in mezzo ad una strada»

Avviate le indagini archeologiche preventive e propedeutiche alla realizzazione dell’impianto Apollonio-Socrepes. A poche ore dalla nomina di Fabio Massimo Saldini quale commissario straordinario per la costruzione della cabinovia, si iniziano a vedere le prime movimentazioni del terreno lungo il tracciato dell’opera, a partire dalla stazione di valle fino a quella intermedia di Mortisa, dove da un paio di giorni stanno operando i dipendenti della società P.e.t.r.a.
Si tratta di una procedura standard di archeologia preventiva, che si attua prima della realizzazione di qualsiasi opera, slegata quindi dai nuovi poteri commissariali.
le difficoltà di simico
Simico, negli ultimi mesi, non è stata in grado di risolvere i numerosi problemi connessi alla realizzazione della cabinovia: un’opera per la quale Saldini ha sempre dichiarato di essere in linea con il cronoprogramma, ma che nella realtà dei fatti si era in parte arenata.
Tanto da spingere il ministero delle Infrastrutture a cambiare strategia e dare massimi poteri al ceo di Simico – tramite un decreto legge – per recuperare il tempo perduto e tagliare il più possibile le normali procedure per la realizzazione dei lavori. Solo così, forse, il commissario sarà in grado di consegnare l’opera.
Tempi e tipologia di indagini
Se le indagini archeologiche in corso dovessero rilevare qualcosa, dovranno essere fatti tutti gli approfondimenti del caso. Questo tipo di studi, di norma, richiedono qualche settimana: il funzionario competente della Soprintendenza può disporre una relazione, dei sondaggi (come in questo caso) o entrambe le cose, per verificare la presenza o meno di depositi archeologici. Il funzionario, a quel punto, darà un parere che diventerà vincolante.
Se venissero ritrovati dei reperti, dovranno essere fatti degli scavi completi per valutare l’entità del rinvenimento: a quel punto le tempistiche dei lavori diventerebbero altamente variabili. Se si trovasse una strada antica, ad esempio, si dovrà valutare se rimuoverla.
Studio veterinario: la demolizione
Gli studi archeologici in corso in queste ore vengono osservati con tristezza da Fabio Frison e Alessandro Siorpaes, i due dottori che a breve rischiano di veder demolito il proprio studio veterinario (il terreno è del Comune) che si trova nei pressi della stazione di partenza della cabinovia: «Simico ci aveva promesso una nuova sistemazione, ma ad oggi siamo in mezzo ad una strada», affermano i dottori. «Non abbiamo in mano alcun documento che ci dia spiegazioni e il Comune non sa dirci nulla».
Le incongruenze sulla cabinovia
Le incongruenze sui tempi della cabinovia dichiarati dalla società responsabile della realizzazione delle opere connesse allo svolgimento dei Giochi del 2026 sono certificati e sotto gli occhi di tutti. E non è la prima volta che Simico dichiara cronoprogrammi non corretti: la variante del Lotto zero, ad esempio, doveva essere consegnata il primo giugno 2025 (tra 10 giorni), come dichiarato dal Governo all’interno del Piano finanziario 2025 e come più volte ribadito da Simico, ma l’opera vedrà la luce solo entro la fine dell’anno (se tutto andrà bene e correndo, dicono gli addetti ai lavori).
Il trampolino di Zuel, cantiere dichiarato più volte aperto dal Piano delle opere di Simico e in forte ritardo sui tempi, ora conta su un bando di gara aperto. Ma al progetto è stata tagliata la parte più importante e significativa per renderlo un monumento visitabile a turisti e residenti: l’ascensore. Nei fatti, quindi, Simico punta a consegnare la struttura in tempo per i Giochi, ma solo dopo aver stralciato il progetto, rendendolo “bello agli occhi”, ma incompleto nella sostanza.
Il villaggio olimpico, dopo i diversi danneggiamenti subiti dai moduli abitativi durante i trasporti lungo la Statale Alemagna(come confermato pubblicamente da enti e istituzioni), inizia finalmente a prendere forma. Ma anche in questo caso l’opera è in grosso ritardo (doveva partire nell’autunno 2024) e con un destino già segnato: non resterà nulla sul territorio ampezzano. Lo stato dell’arte, definito da documenti ufficiali di Simico, evidenzia quindi molte e evidenti lacune organizzative.
A Cortina, oggi, ognuno difende le proprie convinzioni: c’è chi è fermamente convinto della bontà dei Giochi a prescindere da tutto. Chi meno e e chi, invece, pur a favore della manifestazione, nota che qualcosa forse non sta andando come pensava. Una parte, infine, osserva senza opinioni (almeno fino a quando non verranno toccate le proprie tasche).
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