A Venezia un corteo per Alberto Trentini: «L’immobilismo è complicità»
In prima linea alla manifestazione la mamma del cooperante veneziano trattenuto in Venezuela. Al suo fianco anche l’attrice Ottavia Piccolo e gli amici di sempre

Sette mesi di silenzio, sette mesi di attesa. Ma oggi, 16 giugno, la voce di Alberto Trentini è tornata a farsi sentire: ha camminato tra le calli e i campielli, portata da una processione di cinquanta amici e familiari, da San Pietro di Castello fino a Piazza Ferretto. Cinquanta compagni e conoscenti uniti sotto la pioggia che hanno attraversato Venezia per gridare un “basta” che non ammette più rinvii. «Restare immobili significa diventare complici». In prima linea alla manifestazione, come sempre, mamma Armanda Colusso: lo sguardo spezzato dal dolore, ma fermo nella sua battaglia.
Al suo fianco l’attrice Ottavia Piccolo, presenza costante, e l’amico di sempre Luca Tiozzo, motore di appelli, digiuni e presìdi. Una marcia che non chiede solo giustizia, ma risposte. Perché ogni giorno in silenzio è un giorno di troppo.
Numerosi i messaggi carichi letti dagli amici: «Mi manca il suono della sua risata, la sua umanità fatta di imperfezioni e fragilità»; e ancora, «mi manca la sua tenacia, quella forza interiore che lo spingeva a superare ogni ostacolo. Il suo esempio, sempre pronto a tendere la mano, senza mai sentirsi superiore».
Presente anche la presidente del consiglio comunale, Ermelinda Damiano: «Il Comune sarà sempre in prima linea per tenere accesi i riflettori sul cooperante, ci auguriamo che presto la situazione si sblocchi: confidiamo nelle istituzioni».
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