Veneto, presentato il nuovo Piano Energetico Regionale: investimenti per 9 miliardi

Gli obiettivi: aumento dell’energia da fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni ed efficientemente energetico insieme all’utilizzo dell’idrogeno verde

Un'immagine dalla conferenza “Nuovo Piano Energetico Regionale: La nuova energia per il Veneto”
Un'immagine dalla conferenza “Nuovo Piano Energetico Regionale: La nuova energia per il Veneto”

L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Energia e Legge speciale per Venezia, Roberto Marcato, che oggi a Levada di Piombino Dese (PD), in una Villa Marcello affollata, ha aperto i lavori dell’evento “Nuovo Piano Energetico Regionale: La nuova energia per il Veneto” in cui si sono radunati esperti e attori del settore – tra i relatori ha partecipato anche l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin - offrendo una panoramica sulle opportunità e le sfide del NPER.

Dichiara: «Nuovo Piano Energetico Regionale significa guardare al futuro con un investimento pubblico di oltre 8,9 miliardi di euro, in grado di generare un impatto economico pari a 23,7 miliardi e attivare 120.000 nuovi addetti. Numeri che danno la misura della grande occasione di sviluppo per il nostro Veneto. Se penso al Veneto del 2050 vedo una terra che fa tesoro del consumo di energia producendola in modo sostenibile, mettendo insieme ambiente, economia e coesione sociale. In poche parole: un Veneto “in classe A”».

Un lavoro che ha coinvolto tutta la macchina regionale, ma anche partner scientifici e tecnici di altissimo livello, come RSE, ARPAV, il Comitato Tecnico Strategico di Veneto Sviluppo, la CGIA di Mestre e l’Università di Padova con il Centro Studi LEVI CASES.

«Questa non è solo una pianificazione ma una vera e propria visione – ha aggiunto Marcato – con l’obbiettivo di garantire energia al Veneto e ai Veneti senza comprometterne l’avvenire. Il Piano è il risultato di un confronto trasparente e partecipato con territorio, enti locali, università, parti sociali e categorie economiche che è durato più di due anni prima di approdare in Consiglio regionale dove, con soddisfazione, ho raccolto una ampia condivisione da tutte le parti politiche. Non prevede il nucleare perché non c’è un piano energetico nazionale che lo definisca e a tutt’oggi neanche una norma che dica di poterlo fare; soprattutto il dibattito si azzererebbe nel momento in cui si dovessero decidere i siti. È un piano, inoltre, che non prevede trivellazioni in Adriatico perché il Veneto ha già dato e, soprattutto, non vogliamo aumentare i rischi di subsidenza. La strategia utilizzata si basa su utilizzo di un maggior numero di rinnovabili, più ampia diversificazione delle fonti e ottimizzazione dei consumi e concentra alcune grandi sfide: aumento dell’energia da fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni, efficientemente energetico insieme all’utilizzo dell’idrogeno verde come nuovo orizzonte. In questo progetto c’è tutto l’orgoglio per una Regione responsabile e attenta ai temi dell’energia come ha già confermato con il superamento degli obbiettivi del piano del 2017».

Tra il 2016 e il 2023, infatti, nel Veneto il numero di impianti fotovoltaici è cresciuto del 129%, con una velocità di installazione maggiore rispetto a quella media nazionale.

«Siamo già una delle regioni leader per produzione di energia da fonti rinnovabili – ha proseguito l’Assessore - Ma vogliamo fare di più e meglio, puntando ancora più in alto: portare dal 50% al 34% la nostra dipendenza energetica dall’esterno. L’attuazione di questo piano consentirà l’abbattimento di 15 milioni di tonnellate di CO2 che equivale a piantare 148 milioni di alberi».

«La nostra terra, in materia di energia, sarà protagonista di un impegno storico che la proteggerà attraverso una transizione sostenibile – ha concluso l’assessore Marcato -. Un cammino che continueremo tutti insieme. Con orgoglio posso confermare il grande impegno regionale in campo energetico: in questi ultimi anni abbiamo stanziato per il nostro territorio oltre 204 milioni di euro: circa 50 milioni di euro per l’efficientamento degli edifici pubblici e dell’illuminazione pubblica, oltre che dei presidi territoriali dell’Arma dei Carabinieri; 48 milioni di risorse PR FESR 2021-27 per l’efficientamento di edifici pubblici; 7 milioni di euro per l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici domestici; 31 milioni di euro di PR FESR 2021-27 per l’efficientamento dei consumi energetici ed il ricorso alle rinnovabili per l’autoconsumo nelle imprese; 25 milioni di euro di PR FESR 2021-27 per l’idrogeno verde cui si aggiunge la partecipazione a un’iniziativa nazionale finanziata dal PNRR per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, con un investimento di oltre 17 milioni di euro; 15 milioni di euro di PR FESR 2021-27 per la costruzione di nuovi sistemi di teleriscaldamento e/o teleraffrescamento alimentati da rinnovabili o interventi di ammodernamento e ampliamento dei sistemi già esistenti; oltre 11,5 milioni di euro tra risorse comunitarie e regionali per l’autoconsumo diffuso e le comunità energetiche. Anche il biogas costituisce una importante fonte di energia rinnovabile ma, come ho spesso ribadito, ma gli impianti devono essere pensati garantendo la sostenibilità e la condivisione con le comunità locali.

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