Università di Padova: altri 1.500 posti per studiare, caffè e prese per i computer

In tutto saranno 5.625 le sedute dove poter preparare esami, ripassare lezioni e confrontarsi

«Tra i giovani, dopo la pandemia, è emersa molto chiaramente la necessità di socializzare»

Costanza Francesconi
Un'aula studio al Tito Livio di Padova. Nuovi posti per l'anno accademico che sta per iniziare
Un'aula studio al Tito Livio di Padova. Nuovi posti per l'anno accademico che sta per iniziare

I pomeriggi di “studio matto e disperatissimo” – come li avrebbe apostrofati Leopardi, meglio se fuori casa. È la lezione tratta dall’Università di Padova dagli anni del Covid e tradotta nel 40% in più di postazioni dove gli universitari potranno studiare tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2026 rispetto a quelle a servizio dei loro colleghi nell’annata accademica 2021-2022.

Saranno 5.625 in tutto (contro i 4.010 di una manciata d’anni fa) le sedute fisiche dove poter preparare gli esami, sbobinare le lezioni registrate ma anche, e sempre di più, confrontarsi ad alta voce. «Questo cercando sintonia proprio con quella voglia di socializzare emersa dalla comunità studentesca reduce dall’isolamento dei mesi di pandemia» chiarisce la prorettrice delegata al diritto allo studio, Matilde Girolami, spiegando la ratio dietro alla nuova mappa della città, in particolare in zona Piovego, centro storico e area ospedali.

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Una lezione in un'aula dell'Università di Padova

Quantità e qualità

Alle canoniche biblioteche e aule studio crescono nel ventaglio i posti nelle common room, dove lo studio individuale lascia spazio a lavori di gruppo, al parlare anche ad alta voce.

Così come vale per chi frequenta le sedute con tavolo e presa elettrica a portata di pc – una sorta di salottini non perimetrati da pareti – posizionati in quelli l’università chiama “spazi connettivi”, distribuiti ad esempio nei pianerottoli tra i piani del nuovo Hub di Ingegneria in via Tommaseoa Padova.

«Sono ambienti che possono essere muniti anche di macchinetta del caffè, distributore dell’acqua e fornellini a microonde» nota Girolami, che inquadra l’incremento dell’offerta di posti, che per intendersi chiameremo tutti “in aula studio”.

«Segue l’aumento delle iscrizioni al Bo (l’anno scorso Padova ha toccato il record di immatricolati, ndr) e la propensione allo studio fuori casa, come si diceva, espressa dagli studenti. Condividere l’appartamento in più persone senza avere ambienti comuni o una camera abbastanza capiente in cui poter studiare serenamente, è un tema, così come la socialità – aggiunge Girolami –. Le postazioni universitarie sono oltretutto moderne ed elettrificate».

I progetti a calendario

La prorettrice ripercorre il calendario dei lavori e ricorda, tra gli interventi in fase di ultimazione, diverse aule studio in arrivo, «soprattutto in zona Piovego».

Nell’ex collegio Ederle, in via Belzoni, nell’edificio polifunzionale universitario che sorgerà tra via Gradenigo e via Ognissanti. «In pochi mesi ne aprirà una da un centinaio di posti nel nuovo stabile ex Casa dello studente Fusinato, in cui entrerà la Scuola Galileiana che, a sua volta, liberando gli spazi che attualmente occupa nel complesso Cittadella Studente, permetterà lì la realizzazione di altri 300 posti», ricorda Girolami.

Sono spazi principalmente di proprietà, marginalmente in affitto o gestiti dall’ateneo in convenzione con altre istituzioni. Vale per quelli in parrocchia all’Arcella (98), al Centro universitario padovano in via Zabarella (119), al San Gaetano (172) e al Cus (30). Università e comitato di autogestione dell’aula studio Pollaio, in via Belzoni, si stanno infine parlando per valutare un riassetto migliorativo dell’aula in altra sede, non distante. —

 

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