Raduno triveneto degli alpini: attese a Belluno 25 mila penne nere

Sono attesi almeno 25 mila alpini, da tutto il Triveneto ma anche dal resto d’Italia, al Raduno del Nordest dal 16 al 18 giugno a Belluno. Con un prologo sabato 10 per far memoria delle vittime del Vajont e di chi – gli alpini – ha contribuito a recuperarle. «Forse, se il tempo tiene, con gli amici degli alpini e i loro parenti, potremo arrivare addirittura a 25 mila», azzarda, fiducioso, Lino De Pra, presidente della Sezione Ana di Belluno che firma l’evento.
«Di sicuro», aggiunge, «già tre mesi fa non si riusciva a prenotare un posto in albergo per quel fine settimana, per cui siamo dovuti a ricorrere a Vittorio Veneto, Cortina, Feltre».
I Comuni di Belluno, Ponte nelle Alpi, Alpago, Limana e Borgo Valbelluna hanno messo a disposizione anche le palestre scolastiche e altri ambienti per accogliere gruppi e corali. Sarà, insomma, una grande festa.
La città è già tutto un tricolore.
La sfilata è in agenda domenica 18, al mattino, presenti fra le autorità il presidente della regione Luca Zaia, probabilmente anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente dell’Ana Sebastiano Favero, il generale Ignazio Gamba, comandante delle Truppe Alpine, numerose sezioni dell’Emilia Romagna – che verranno a ringraziare per l’aiuto ricevuto - e 30 ragazzi dei Campi Scuola estivi dell’anno scorso che per tre giorni saranno di stanza a Belluno per spiegare perché vogliono il servizio civile obbligatorio. Anzi, sarà proprio questo il tema del Raduno Triveneto.
SERVIZIO CIVILE OBBLIGATORIO
Ne tratteranno sicuramente Favero e Crosetto. All’Adunata nazionale di Udine, Crosetto ha infatti anticipato che la proposta può essere studiata. L’Ana vorrebbe almeno 3 mesi di naia civile obbligatoria (o quasi) da farsi nelle ex caserme ancora agibili, come sono quelle di Belluno, Feltre e all’occorrenza Tai.
Dopo questa esperienza, i giovani avrebbero due opportunità: aggregarsi alla Riserva, cioè alla realtà degli ex militari graduati che ogni tanto vengono richiamati per esercitazioni, oppure orientarsi verso la protezione Civile, che però richiede maggiore dedizione professionale, quindi anche più disponibilità di tempo.
SEMPRE IN PRIMA LINEA
Il 18 mattina, a Belluno, saranno proprio i volontari di Pc a marciare in testa alla sfilata. Ben 1.300, di cui la metà della sezione di Belluno, in testa l’alpino Gianpaolo Bottacin, assessore regionale. Zaia tornerà a Belluno con il moto: “Gli alpini, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli”.
Il motivo? «Gli Alpini sono, infatti, costantemente disponibili nell’aiuto alle comunità, i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene in occasione di grandi emergenze, come la tragedia del Vajont e la più recente tempesta Vaia, ma non solo. Sono persone coraggiose animate da spirito di collaborazione, da senso civico, da determinazione, capaci di sacrificio e sempre presenti dove è richiesto il loro sostegno».
Il presidente Favero raccoglie e rilancia. «È un rapporto quasi atavico, questo, che viene da molto lontano», è la sua riflessione. «Dalle tracce di dolore, sacrificio ed eroismo della Grande Guerra, che in queste terre ha avuto il fulcro del suo sanguinoso sviluppo, ma anche da quelle della solidarietà e della capacità di operare, che si sono estrinsecate al massimo livello in occasione del terremoto del 1976», ricorda il presidente dell’Ana, «ma che, attraverso anche l’opera diuturna e costante della nostra Protezione civile continuano e si confermano».
«SARA’ LA NOSTRA ADUNATA NAZIONALE»
Solo nel 2011 l’ultimo Raduno Triveneto. E il prossimo, come si ricorderà, doveva tenersi nel 2021, se non ci fosse stata la pandemia.
De Pra, il presidente dei 6.050 alpini di Belluno e dei 1.300 “amici”, che sfileranno con in testa la “norvegese” perché il capello con la penna non lo possono portare, si dice certo che l’accoglienza sarà calorosa.
«Potremmo aspirare anche all’adunata nazionale per il calore che i bellunesi esprimono, ma purtroppo non abbiamo capacità di accoglienza ricettiva», riflette, riportando in auge un tema che ogni anno si ripropone. «Ci sono solo 5 alberghi in città. Forse quando saremo molti di meno…».
«Per noi, comunque - sottolinea ancora De Pra - sarà la nostra piccola Adunata Nazionale, dati gli spazi che la città può offrire, ma pur di garantire una adeguata ospitalità abbiamo cercato di ampliare le aree disponibili, portando sul Colle del Nevegal alcune cerimonie del sabato mattina e favorendo poi l’arrivo dei numerosi cori alpini nelle località limitrofe, perché per tutti sia una grande festa nel segno della vera e cordiale alpinità».
Il Nevegal che è un simbolo di quella alpinità. Il motivo? La Brigata Cadore ed il 7° Reggimento Alpini firmano ben due rifugi, tra cui quello sul Visentin, oltre alla stessa seggiovia che dal piazzale porta sulle creste.
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