Foto e multe fuori servizio davanti alla scuola del figlio: provvedimento contro l’agente

Si trascina da 7 anni la vicenda di un poliziotto che ha staccato contravvenzioni mentre portava il figlio a scuola. Braccio di ferro sulla sanzione: il contenzioso è arrivato al Consiglio di Stato

Marta Randon
Foto e multe fuori servizio
Foto e multe fuori servizio

Ha fotografato automobili parcheggiate lungo la strada fuori dall’orario di lavoro mentre accompagnava il figlio alla scuola materna. La vicenda di un agente della Polizia di Stato in servizio alla Questura di Padova, oggi al centro di un contenzioso disciplinare, non è ancora arrivata a una conclusione.

Il Consiglio di Stato ha infatti deciso di sospendere la decisione finale e di chiedere ulteriori approfondimenti al Ministero dell’Interno che “avrà 60 giorni per depositare nella Segreteria della sesta sezione la relazione di chiarimenti e la documentazione relativa al caso”.

Tre verbali

Tutto nasce tra novembre e dicembre del 2018, esattamente il 19, 20 novembre e il 3 dicembre. Il poliziotto, allora sovrintendente, mentre accompagnava il figlio alla scuola materna, aveva rilevato diverse violazioni al Codice della strada davanti all’ingresso dell’istituto. Auto parcheggiate in modo irregolare e comportamenti ritenuti pericolosi avevano portato alla redazione di tre verbali di contravvenzione, due dei quali per velocità non adeguata.

L’iniziativa dell’agente, difeso dall'avvocato Giovanni Attilio De Martin, aveva però sollevato non poche polemiche.

Le polemiche

Un esposto dell’Unione dei Consumatori ha contestato il suo comportamento, ritenendo che il poliziotto, libero dal servizio e direttamente coinvolto come genitore, non avrebbe dovuto intervenire personalmente. Secondo l’accusa avrebbe dovuto limitarsi a segnalare la situazione agli organi competenti, evitando di agire in una posizione che non garantiva piena terzietà. «È evidente che la sua iniziativa – si legge nell’ordinanza del Consiglio di Stato – scaturisce dalla circostanza di trovarsi casualmente in quel sito ed avvertire emotivamente pregiudizio alla sicurezza padre ed utente della strada, non come accertatore terzo, estraneo ed imparziale. Il comportamento si pone, pertanto, in contrasto con le regole di correttezza e di deontologia professionale».

Il procedimento disciplinare

Nel febbraio 2019 è così scattato un procedimento disciplinare. All’agente è stato contestato di aver fotografato le auto senza qualificarsi, di non aver dato conto delle violazioni nell’immediatezza e di aver redatto successivamente i verbali, venendo meno ai doveri di correttezza e deontologia professionale. Il Questore di Padova gli ha inflitto una sanzione pecuniaria pari a un trentesimo dello stipendio mensile.

«Ho tutelato la sicurezza»

Il poliziotto si è sempre difeso sostenendo di aver agito per tutelare la sicurezza dei bambini e degli altri utenti della strada, affermando inoltre che le sue relazioni di servizio erano state trasmesse ai superiori senza mai essere annullate. Ha inoltre sottolineato di avere l’approvazione di molti genitori, di aver quindi agito anche nel loro interesse.

Il ricorso al Tar

Dopo il rigetto del ricorso gerarchico da parte del Capo della Polizia, la vicenda è approdata al Tribunale amministrativo del Veneto, che nel 2024 ha confermato la sanzione disciplinare.

Il Consiglio di Stato

Da qui l’appello al Consiglio di Stato. I giudici di Palazzo Spada, a Roma, non hanno però ancora deciso nel merito. Con un’ordinanza, la Sezione Sesta ha stabilito che il caso necessita di ulteriori chiarimenti. In particolare, il Ministero dell’Interno, dovrà spiegare con precisione come sono state elevate le multe — se direttamente dall’agente o tramite segnalazioni al proprio ufficio — e se i verbali siano stati impugnati dagli automobilisti coinvolti, indicando l’esito di eventuali ricorsi. Solo dopo questo approfondimento istruttorio il Consiglio di Stato potrà pronunciarsi. La causa è stata rinviata all’udienza del 9 luglio 2026.

 

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