È morto il 17enne padovano caduto dal balcone a Corfù

Studente del Tito Livio, Alessandro Bandarin Troi era in vacanza nell’isola greca con alcuni compagni di classe. Dopo una settimana di coma e il trasferimento dalla Grecia a Padova, il decesso per le gravissime ferite riportate. Il ricordo commosso del preside Piccolo

Silvia Bergamin

Era partito per una vacanza con gli amici, come fanno tanti ragazzi a 17 anni, con l’entusiasmo dell’estate e la spensieratezza della giovinezza. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quel viaggio si sarebbe trasformato in tragedia.

Alessandro Bandarin Troi, studente del liceo classico Tito Livio di Padova, è morto giovedì 17 luglio dopo sette giorni di agonia in seguito a una gravissima caduta avvenuta nell’isola greca di Corfù.

Alessandro – per tutti “il Banda” – era precipitato la sera del 10 luglio dal terrazzo di un appartamento al secondo piano di un residence. Un volo improvviso, accidentale, che si è concluso con un impatto violento contro un muretto sottostante. Il colpo alla testa è stato devastante.

I soccorsi, arrivati subito sul posto, lo avevano trovato privo di sensi, in condizioni disperate. Non c’erano tracce di alcol o droghe nel sangue: solo una tragica fatalità, e un trauma cerebrale che non ha lasciato scampo.

I suoi genitori, Emiliano – avvocato noto in città – e Silvia, si erano precipitati in Grecia già l’11 luglio, nel tentativo di riportarlo a casa. Ma le condizioni critiche del ragazzo e le difficoltà logistiche hanno permesso il trasferimento in Italia solo cinque giorni dopo.

Il 16 luglio Alessandro è stato ricoverato all’ospedale di Padova, nel reparto di rianimazione. La speranza, però, si è spenta in meno di 24 ore: il suo cuore ha cessato di battere il giorno successivo. Il liceo Tito Livio, dove Alessandro studiava e dove era molto amato da compagni e professori, è piombato in un silenzio doloroso.

«Abbiamo sperato, pregato, atteso», ha scritto il dirigente scolastico Luca Piccolo in un messaggio pubblico. «Ma la vita di Alessandro era sospesa a un filo sottilissimo. Ora è tra le braccia di Dio. E noi, qui, cerchiamo un respiro per andare avanti in questi giorni faticosi».

Il preside ha invitato alla condivisione silenziosa del dolore e alla vicinanza umana. «È tempo di lacrime e di abbracci. È tempo di tenersi stretti, di riconoscere il dolore proprio e degli altri, ognuno a modo suo. Le parole spesso non servono: il dolore si comprende meglio nel silenzio».

Il ricordo di Alessandro non si fermerà al lutto. È lo stesso preside a lanciare un invito forte alla comunità scolastica: trasformare la sofferenza in consapevolezza, in memoria attiva.

«Ci sarà un tempo per riflettere, per comprendere il senso della sua breve vita. Quel senso deve diventare nostro, deve generare qualcosa: è così che Alessandro continuerà a camminare con noi, nei nostri gesti, nelle nostre scelte, nei giorni che ci restano».

I funerali non sono ancora stati fissati.

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