Nuovo ospedale di Padova, pronto il progetto definitivo. Le ruspe da fine 2026
Venerdì 8 agosto la cerimonia di consegna del progetto definitivo della maxi struttura sanitaria alla Regione, ci hanno lavorato 260 professionisti. Previsti oltre 900 posti letto e cinque anni di cantieri

Sono stati 260 i professionisti che hanno lavorato al progetto definitivo del nuovo ospedale di Padova Est, la metà dei quali medici dell’Azienda ospedaliera che hanno dato suggerimenti e indicazioni ai progettisti.
Ora che il disegno definitivo è pronto, è stato consegnato ufficialmente alla Regione.
Con più di 900 posti letto, sarà una delle strutture sanitarie più avanzate d’Italia: dopo la validazione del progetto, il prossimo anno è in programma la gara d’appalto e tra fine 2026 e inizio 2027 il via ai cantieri, per cui serviranno cinque anni per vederlo operativo.
Lo pagherà, con un finanziamento di 800 milioni, l’Inail, e la Regione lo riscatterà con un affitto annuale su cui si sta contrattando il tasso di interesse. Il presidente della Regione Luca Zaia alla cerimonia di consegna del progetto definitivo: «Stiamo realizzando un sogno».
Zaia: “Sarà il più grande polo sanitario nazionale”
«Abbiamo messo ordine al disordine che avevo ereditato nel 2010. Ciò significa che il nuovo ospedale di Padova non è più nel libro dei sogni. Nel 2026 ci sarà l'avvio dei lavori con 22 ettari di polo sanitario. Sarà il più grande polo nazionale e sarà di livello internazionale – ha spiegato ancora il presidente della Regione Luca Zaia – Ma dietro il contenitore c'è il contenuto di una sanità pubblica che è anche attrattiva. È un investimento che arriva nel momento giusto, anche perché il contesto europeo oggi garantisce la mobilità sanitaria. E noi saremo attrattivi: diventeremo meta di turismo sanitario”.
Rispetto all’investimento di 800 milioni di euro Zaia è stato netto: è quello che serve per avere un ospedale d’avanguardia, realizzato in un momento di transizione: «Spero che chi prenderà in mano la sanità da novembre in poi capisca che nei prossimi 3-4 anni ci sarà un'evoluzione come non ha avuto negli ultimi venti – ha aggiunto – C'è un intervento importante dell'intelligenza artificiale, che ci doterà di possibilità di elaborazione dati che la mente umana non potrebbe fare in così poco tempo. La diagnostica cambierà completamente. Un’evoluzione alla quale dovremo prepararci con l’hardware, cioè le strutture avanzare come il nuovo ospedale, ma anche con il software, cioè i nostri professionisti della medicina».
Il progetto definitivo del polo di Padova Est
Dal punto di vista progettuale, questo nuovo passo non fa altro che riprendere e sviluppare il disegno già accennato nel progetto di fattibilità. L’ospedale sarà sempre sviluppato principalmente su quattro edifici: il day center con 275 ambulatori e 27.300 metri quadri dedicato ai servizi da realizzare in giornata, come gli esami e i laboratori; la torre delle degenze che sarà l’edificio più alto con 822 posti letto; poi la piastra ad alta intensità di cura, l’edificio in cui si concentreranno le sale operatorio e il massimo della tecnologia per la cura; e infine la torre della ricerca dedicata all’università e ai laboratori.
«Ci saranno una serie di passaggi con ponti di collegamento tra gli edifici – ha spiegato l’architetta Claudia Romeso, a nome del team di progettisti - Abbiamo analizzato tutti i possibili flussi, con i percorsi logistici studiati uno per uno».
Proprio nella logistica si concentra la seconda novità. E cioè il fatto che grazie all’investimento di 20 milioni della Regione non sarà più necessario costruire il nuovo ospedale su un podio a 12 metri sul livello del mare: si rafforzeranno 14 chilometri di argini del canale Piovego e del San Gregorio, così si evità il pericolo di allagamenti in caso di alluvioni. Grazie a questa miglioria tutta la parte della logistica potrà essere posizionata ai piani terra dei rispettivi edifici e non nei piani più alti. Così si libereranno più spazi per tutte le altre attività.
Ultima curiosità su un progetto enorme con 1.158 tavole: sarà dotato anche di un vertiporto per i droni. «Stiamo studiando la possibilità per il futuro di trasportare farmaci e anche organi direttamente con i droni. Dobbiamo prepararci al futuro», ha concluso Zaia.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi