Minacce di morte al sindaco di Cortina, la solidarietà di Zaia, Padrin e De Carlo
Lorenzi ha denunciato di aver ricevuto una lettera minatoria sul progetto della pista da bob. Un coro di sdegno e vicinanza all’amministratore

«Con la vita delle persone non si scherza, il dissenso non deve mai arrivare alla violenza», dice il presidente della Regione, Luca Zaia. «La voce del dissenso non può mai superare il limite del vivere civile», fa eco il presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin. E di «atto vigliacco e inaccettabile», parla il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, portando solidarietà all’amico e collega Gianluca Lorenzi. E’ un coro trasversale di sdegno e vicinanza, quello per le minacce di morte arrivate al sindaco di Cortina, per la pista da bob, rivelate dai nostri giornali. «Condanno fermamente questi atti che, sono certa, non fermeranno la volontà di un primo cittadino che lavora con grande dedizione per il bene del suo territorio e, al contempo, dell'intera Nazione», è la presa di posizione della ministra Daniela Santanchè. Il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati: «Sono certa che questo vile gesto non fermer il suo impegno in difesa del territorio. Mi auguro che le autorit identifichino al pi presto i responsabili e facciano chiarezza sull'accaduto».
Ed è un messaggio diretto all’anonimo, quello che lancia il sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin: «Esci allo scoperto, se ne hai il coraggio, le idee vanno sostenute con un dialogo pacifico e civile». A cui segue una riflessione: «Ospitare un evento mondiale di questa portata ha un ritorno anche in termini di valori – continua De Pellegrin -, tutto quanto di positivo lo sport porta con sé viene trasferito nel territorio ospitante e questo, a mio avviso, è forse più importante di altri aspetti. Gesti come quello subito dal sindaco di Cortina non sono sportivi, offendono lo sport e offendono le nostre comunità che si stanno impegnando per accogliere al meglio questa opportunità». I sindaci sono sul chi vive. «Le intimidazioni sono un atto ignobile perché vanno a colpire il lavoro quotidiano di chi, come i sindaci, si espone in prima linea per il bene della propria comunità - scrivono dall’Anci Veneto - Il dissenso è legittimo ma minacce e violenza non possono essere accettate. In attesa che le indagini facciano il proprio corso, voglio dunque esprimere il mio sdegno e allo stesso tempo il mio supporto al sindaco. ”.
«Esprimo la mia più ferma condanna nei confronti delle minacce di morte rivolte al sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, che nei giorni scorsi ha ricevuto un’intimidazione a non proseguire con il progetto della pista da bob per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Si tratta di un gesto inaccettabile – ha detto Zaia - Al primo cittadino rivolgo la più totale vicinanza e solidarietà delle istituzioni regionali e mia personale. Mi auguro che le Forze dell’Ordine e la Procura della Repubblica possano al più presto fare luce sulla vicenda identificando gli autori di queste minacce».
Un coro di solidarietà
«Piena solidarietà e vicinanza al sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi. Le istituzioni locali devono fare quadrato per esprimere un concetto forte e chiaro: la voce del dissenso non può mai superare il limite del vivere civile». Così in una nota Padrin. «È doveroso riportare la calma su una discussione che non può e non deve eccedere, anche se gli eccessi che leggiamo oggi - così voglio pensarla - sono sicuramente frutto di un caso isolato. Le opere olimpiche - il bob in particolare - hanno spaccato l’opinione pubblica. Ma il clima di contrapposizione totale che si è creato, per quanto disgregante e dai toni accesi, non può arrivare a esprimere minacce di morte. A Gianluca Lorenzi la solidarietà mia e dell’intero consiglio provinciale».
«Al sindaco Lorenzi, all’amico Gianluca, va tutta la mia solidarietà personale, da sindaco e da rappresentante delle istituzioni – dice De Carlo - È un atto inaccettabile e vigliacco da parte di chi si nasconde dietro l’anonimato per celare la sua incapacità di sostenere le proprie posizioni. Come sindaci siamo chiamati a prendere delle scelte per le nostre comunità, il dibattito è normale e fondamentale, ma la violenza non è mai la risposta. Dico a Gianluca di non aver paura, noi siamo tutti con lui». Il collega, Raffaele Speranzon: «Purtroppo stiamo assistendo ad un crescendo di minacce e intimidazioni che sta raggiungendo livelli preoccupanti». Un aferma condanna anche da Andrea Martella, senatore e segretario Regionale del Pd in Veneto: «Ogni atto intimidatorio nei confronti delle persone e delle istituzioni è intollerabile. Auspichiamo che le forze dell’ordine riescano a risalire presto ai responsabili».
Preoccupate anche le categorie economiche. «La comunità ampezzana ha il diritto di vivere la sua esperienza olimpica appieno, senza intimidazioni né prevaricazioni, concentrandosi con lucidità e serenità sugli obiettivi da raggiungere, tra questi anche la pista da bob, garanzia per Olimpiadi vere ed effettive», dice la presidente degli industriali Bellunesi, Lorraine Berton. aI primi custodi del patrimonio ampezzano sono gli abitanti della Conca: la stessa Amministrazione, in vista dei Giochi, si sta muovendo con responsabilità e lungimiranza. La sfida di Cortina è la sfida di tutti, del Paese intero: in particolare, dal successo delle Olimpiadi 2026 dipenderà lo sviluppo sostenibile dell’intero Bellunese da qui ai prossimi decenni».
«Auspico che le forze dell’ordine trovino il colpevole o i colpevoli di questo fatto gravissimo», aggiunge il segretario della Uil veneta, Roberto Toigo. Per il senatore Antonio De Poli, «le minacce ricevute rappresentano un brutto esempio di come, troppo spesso, il dibattito pubblico subisca una pesante e grave involuzione. La violenza non rientra nel perimetro del confronto democratico: chi ricorre a questi intollerabili gesti si pone fuori e va totalmente condannato». Nella reazione del presidente dei Fondi di Confine, Dario Bond, c’è anche «il sostegno ad andare avanti in una partita che, non priva di aspetti complessi, è decisiva per il futuro di tutto il territorio bellunese e dei suoi progetti di sviluppo, ovvero quella delle Olimpiadi del 2026, su cui sono impegnati una pluralità di soggetti pubblici e privati».
Il fronte del No condanna il gesto
E dal fronte più esposto contro la pista da bob? «Soprattutto il taglio degli alberi ha creato un forte risentimento popolare, purtroppo c'è anche chi si inserisce con vigliacchi metodi violenti e anonimi», commenta Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. «Le minacce al sindaco di Cortina trovano la nostra ferma condanna, pur essendo noi in prima fila per difendere gli interessi della collettività, gli stessi messi a rischio fortemente dal progetto della pista da bob. Dispiace che il sindaco Gianluca Lorenzi, già preoccupato per i futuri costi di gestione dell'impianto, impossibili da sostenere, subisca ora le conseguenze di questo clima di scontro. Il nostro territorio proprio non meritava tutto questo, nè un progetto calato dall'alto».
Solidarietà giunge anche da Libera, con una ferma condanna ogni azione violenta, sia verbale sia fisica, nel confronto tra portatori di idee e opinioni diverse. «Il confronto, per Libera, deve rimanere sempre all’interno del quadro democratico e deve essere in primis rispettoso delle persone, come previsto dalla Costituzione della Repubblica italiana, senza alcuna prevaricazione – si legge in una nota - Libera ribadisce, al contempo, la propria preoccupazione in merito al percorso di preparazione verso le Olimpiadi invernali 2026 che si sta allontanando sempre di più dalle promesse di sostenibilità e trasparenza contenute nel dossier di candidatura proposto al CIO, in particolar modo in riferimento sia all’aumento esponenziale dei costi da sostenere per la realizzazione delle opere infrastrutturali e non, sia in merito alla decisione di realizzare impianti ad alto impatto ambientale in un momento, tra l’altro, di evidente e preoccupante cambiamento climatico. Tutto ciò mostra la presenza di un preoccupante prevalere di interessi economici rispetto a quelli sportivi e di “legacy” per le comunità locali».
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