Lega, doppio gruppo in Consiglio regionale: la proclamazione slitta ancora

Szumski presiederà la prima seduta, se non sarà impegnato per il ricorso sulla sua radiazione

Laura Berlinghieri
Alberto Stefani
Alberto Stefani

Due gruppi consiliari in Regione, per il primo partito del Veneto: Lega per Stefani presidente e Lista Stefani, le diciture più probabili.

Inizia a sciogliersi la matassa della politica veneta: di Consiglio e di Giunta. In attesa di ufficialità che sembrano destinate a tardare. Tutta “colpa” dei Fratelli vicentini: il testa a testa – chirurgico: 6.765 preferenze per Joe Formaggio e altrettante per Giulia Sottoriva – impone un ulteriore riconteggio delle schede. E allora la proclamazione degli eletti da parte della Corte d’Appello, in un primo momento prevista per oggi e poi slittata a domani, potrebbe essere ulteriormente rinviata a martedì prossimo. Mentre per l’insediamento sarà necessario attendere fino a ulteriori dieci giorni.

Curiosità: la seduta sarà presieduta dal consigliere eletto più anziano, Riccardo Szumski. Che, però, proprio il 19 dicembre – il decimo giorno, contando da martedì prossimo – si dovrà presentare davanti alla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, chiamata a decidere della sua radiazione dall’Ordine dei medici di Treviso, per le sue posizioni No-vax espresse ai tempi della pandemia. Ulteriore curiosità: a convocare la seduta sarà il presidente uscente, vale a dire Roberto Ciambetti. Colui che, proprio ai tempi del Covid, pagò sistematicamente di tasca sua i tamponi per tutti i consiglieri, all’alba di ogni convocazione del “parlamentino”.

Tornando alla prima seduta dell’imminente legislatura, accanto al presidente (provvisorio) ci saranno i due consiglieri più giovani, ovvero il forzista Jacopo Maltauro e il leghista Enrico Pressi, nel ruolo di segretari.

Certo, sarà una configurazione provvisoria, dato che proprio la prima seduta sarà quella dedicata all’elezione del nuovo presidente del Consiglio regionale, quasi certamente Luca Zaia. Poi, i consiglieri eletti avranno cinque giorni per dichiarare il gruppo di appartenenza. Alessio Morosin (Liga Veneta Repubblica), ad esempio, dovrebbe entrare nell’intergruppo della Lega; ma pure Nicolò Rocco, di Uniti per Manildo, potrebbe passare alla maggioranza.

Tornando ai gruppi, si diceva, complice l’ottimo risultato alle urne, che ha portato all’elezione di 19 consiglieri, la Lega sarà scissa in due. Uno solo lo speaker “titolare”, che sarà individuato tra i consiglieri con almeno un mandato alle spalle. Un nome spendibile è quello del vicentino Marco Zecchinato, ma solo nel caso in cui il presidente Stefani dovesse decidere di non promuoverlo in giunta. Il capogruppo “titolare” sarà quello della lista Lega, cui sarà affiancata una seconda figura, per la lista del presidente.

Passando all’esecutivo, si continua a navigare a vista. Molto, se non tutto, dipende dalle scelte di FdI, e quindi delle sorelle Meloni e Giovanni Donzelli. Il governatore neoeletto è atteso a giorni nella Capitale, dove i Fratelli gli sottoporranno la rosa di nomi plausibili; ma sarà lui ad avere l’ultima parola.

I nomi in pole restano sempre gli stessi, e quindi l’uscente Valeria Mantovan (Lavoro e istruzione), Dario Bond (Agricoltura) e l’attuale capogruppo Lucas Pavanetto.

Dovrebbe poi scattare una casella a Verona: potrebbe essere per il più votato Diego Ruzza, o per un esterno, come Massimo Giorgetti. Mentre per l’ultimo posto se la giocano Filippo Giacinti e Francesco Rucco; l’alternativa, per entrambi, potrebbe essere la vice presidenza del Consiglio regionale, con la promessa della promozione al vertice, quando Zaia troverà casa altrove. —

 

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