La vendemmia in Veneto partirà in ritardo, incognita caldo torrido

Prima riunione vitivinicola di Veneto Agricoltura. Rischio grandinate Potrebbe essere anticipata la raccolta delle uve bianche precoci

Nicola Stievano

Negli ultimi settant’anni le temperature medie in Veneto non hanno fatto che crescere, con una progressione ancora più marcata nell’ultimo trentennio.

Il grafico messo a punto dai tecnici dell’Arpav non fa che spostare sempre più in alto il limite massimo, in una continua ascesa. Se alla fine degli anni Cinquanta la temperatura media si aggirava intorno ai dieci gradi, con gli ultimi anni freddi nel 1956 e 1965 sotto i 9 gradi, dal 2022 si sono registrate medie vicine ai 13 gradi. L’ultima volta che la temperatura è rimasta attorno ai 10 gradi e mezzo è stato vent’anni fa.

«Dal 1993 al 2024 la temperatura media si è alzata di 0,65 gradi ogni decennio, l’incremento è evidentissimo e la situazione è preoccupante», ha spiegato Francesco Rech dell’Ufficio Climatologia dell’Arpav indicando i “gradini” che segnano l’inesorabile aumento della temperatura in Veneto.

Meteo e calendario 

Il primo appuntamento del “trittico vitivinicolo” di Veneto Agricoltura si è aperto, proprio nei giorni dell’ondata di calore che ha investito la nostra penisola, con uno sguardo al meteo che influisce parecchio sul calendario e la resa in vigneto. Balzano all’occhio anche gli inverni sempre più miti, con le temperature in pianura e collina che quasi mai scendono sotto lo zero, tranne qualche eccezione, comprese le gelate tardive primaverili, tanto temute dai viticoltori.

È andata un po’ meglio sul fronte delle precipitazioni, in questa prima parte dell’anno sopra la media, soprattutto nella fascia centrale della regione. E sono proprio le piogge primaverili ad aver ritardato il germogliamento e la fioritura della vite, spostando tra il 25 e il 30 agosto l’inizio della vendemmia, dunque con più di una settimana di ritardo.

Prospettive e incognite dell’estate

Ma il caldo torrido di questo inizio estate potrebbe riservare delle sorprese e anticipare la raccolta delle uve bianche precoci. C’è poi la grande incognita delle possibili grandinate intense, provocate proprio dal gran caldo, una minaccia concreta per i vigneti veneti.

Intanto le prospettive dei produttori sono all’insegna dell’ottimismo perché, come ha spiegato Patrick Marcuzzo del Crea, il Centro ricerca enologia: le vigne sono sane, sono state tenute sotto controllo le malattie fungine e anche la diffusione della temuta peronospora, malattia che porta alla morte delle viti, è monitorata e gestita da un serrato protocollo.

«Mancano due mesi alla raccolta» ha concluso il tecnico «e le prospettive sono buone per la nostra viticoltura».

Responsabilità e regole

Occhi puntati anche sugli altri interventi in vigneto in questi mesi, compreso l’uso responsabile e corretto dei fitofarmaci per tutelare l’uva e la biodiversità. Un richiamo alla responsabilità collettiva è arrivato dall’assessore regionale all’agricoltura Federico Caner: «Il rispetto delle regole è la condizione minima per garantire la salute del vigneto veneto, che è patrimonio di tutti. Il primo estirpo coatto di due ettari di vigneto di Cartizze avviato nei confronti di un’azienda di Valdobbiadene che ha ignorato le ordinanze sul contrasto alla peronospora dimostra che non possiamo abbassare la guardia. Ma dobbiamo anche fare pressione a livello nazionale ed europeo affinché le decisioni politiche non penalizzino le nostre imprese. Servono regole semplici, certe e soprattutto tarate sulla realtà produttiva del nostro territorio. La stagione fa ben sperare per una vendemmia di qualità» conclude l’assessore.

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