Il fratello del ciclista morto a 25 anni: «Kevin ha combattuto con tutte le sue forze»
Antonio parla per tutta la famiglia di Bonaldo: «È il giorno peggiore di tutti».Il presidente della Sc Padovani: «Abbracciamo i suoi familiari»

La festa per i vincitori, la musica, gli applausi del pubblico e i genitori con Alice che lo attendono al traguardo. Poi l’arrivo dell’ambulanza, l’atterraggio dell’elisoccorso e la corsa disperata in ospedale: è una giornata soleggiata di fine estate quella che lo scorso 21 settembre ha visto gli ultimi colpi di pedale di Kevin Bonaldo. È iniziato così il calvario del 25enne di Loria colpito da un arresto cardiaco negli ultimi chilometri della Piccola Sanremo, che si è spento il 24 ottobre all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dopo 34 giorni di coma e di lotta tra la vita e la morte.
Le prime pedalate e la carriera
Correva in bici da quando era bambino, la passione per le due ruote gli era stata tramandata in famiglia poi sulla sua strada aveva incontrato Leandro Fabris e gli uomini dell’Uc Loria che con passione lo avevano messo in strada. La trafila nelle giovanili dell’Uc Giorgione, del Vc Bassano, fino a vestire la gloriosa maglia della Zalf e arrivare, ad inizio 2025 alla Sc Padovani Polo Cherry Bank.
Un passista veloce, un uomo di esperienza, divenuto una pedina fondamentale nel treno bianco-verde, capace di andarsi a prendere nell’ultima stagione un piazzamento internazionale in Polonia.
Per lui ci sono anche due argenti ai Campionati della cronometro a squadre, tra gli Allievi e tra gli Under 23, una vittoria a Cividale del Friuli tra gli Juniores ma, soprattutto, un amore smisurato per lo sport che amava e che aveva scelto con gioia.
I sogni e l’amore
A parte qualche uscita sugli sci in inverno, pedalava tutto l’anno inseguendo il sogno di diventare un professionista ma, soprattutto, perché il ciclismo era la sua vita. Lui che aveva incontrato l’amore in bicicletta, con Alice, anche lei ottima atleta dilettante con la maglia della Mendelspeck, non ha potuto vincere la battaglia più importante: sul letto dell’ospedale di Vicenza ha lottato con tutto il carattere e la tenacia che l’intero gruppo ha apprezzato in questi anni, non si è mai lasciato andare. Alla vigilia del compleanno del fratello Antonio, lo scorso 7 ottobre, aveva sbattuto gli occhi, un segnale che aveva fatto accendere la speranza.
Il dolore della famiglia
Venerdì 24 proprio Antonio, che con Kevin ha condiviso la passione e questi ultimi anni nella stessa squadra, parlava a fatica. «È il giorno peggiore della mia vita, Kevin ci ha lasciato», ha scritto per comunicare la notizia ai compagni di squadra. La squadra che nelle ultime uscite stagionali aveva gareggiato con la maglia di Kevin, la squadra che insieme a mamma Cinzia, a papà Roberto, ad Alice, Antonio e all’altro fratello, Simone, non ha mai smesso di restargli vicino: in questi 34 giorni ci sono stati alti e bassi. Giornate nelle quali tutto sembrava volgere al meglio e altre nelle quali a parlare era solo la disperazione per l’assenza di risposte.
Una situazione che è peggiorata nelle ultime ore sino a portare al peggio. «Voglio ringraziare tutti coloro che in questo mese ci sono stati vicini e ci hanno dato forza. Kevin ha sentito tutti questi incoraggiamenti e, fino all’ultimo, ha lottato ogni giorno per riprendersi. Un grazie particolare a tutti i medici e gli operatori dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, alla squadra che è stata al nostro fianco e a tutti coloro che hanno mandato anche un semplice pensiero a Kevin», questo il messaggio di Antonio a nome di tutta la famiglia Bonaldo che si stringe in silenzio in questo momento di dolore.
Il ciclismo a lutto
«Abbiamo portato Kevin con noi in ogni corsa di questo finale di stagione. Dallo scorso 21 settembre è iniziata un’attesa piena di apprensione che, purtroppo, si è conclusa con questa tragica notizia. Siamo vicini ad Antonio e a tutta la famiglia di Kevin, ci stringiamo attorno a loro per far sentire tutto il nostro calore e la nostra partecipazione a questo dolore», ha aggiunto il presidente della Sc Padovani Polo Cherry Bank, Galdino Peruzzo. La notizia della scomparsa di Kevin ha subito fatto il giro del mondo e ha raggiunto anche la nazionale azzurra impegnata ai Mondiali su pista in svolgimento a Santiago del Cile. Il presidente Cordiano Dagnoni, nell’esprimere il cordoglio a nome di tutto il movimento ciclistico, ha disposto che tutti gli azzurri impegnati in gara corrano con il lutto.
Commosso anche il ricordo degli organizzatori della Piccola Sanremo di Sovizzo: «Quella di Kevin è stata una vicenda che ci ha toccato da vicino. I sanitari al seguito della nostra corsa hanno fatto del proprio meglio per tenerlo in vita. Abbiamo sperato fino all’ultimo che potesse risvegliarsi», ha scritto Gianluca Peripoli, presidente dell’Uc Sovizzo.
Le domande
Sullo sfondo resta il grande interrogativo di come un giovane atleta di 25 anni, con uno stile di vita sano, in perfette condizioni di salute, che ha svolto tutti i controlli previsti dalla normativa senza che venissero rilevate particolari anomalie, possa spegnersi così improvvisamente: un quesito a cui solo la medicina può dare delle risposte se non si accetta di arrendersi al fato. —
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