Regionali, Manildo chiude la campagna nella sua Treviso: «Il Veneto deve cambiare rotta»
Il fulcro del messaggio di Manildo si è concentrato sulla necessità di invertire la rotta di una regione che sta perdendo il suo capitale umano: «Dal 2011 ad oggi sono 55 mila i giovani che hanno lasciato il Veneto»

Si è chiusa stasera, venerdì 21 novembre, la campagna elettorale del candidato presidente del centrosinistra, Giovanni Manildo, e della sua ampia coalizione.
L’appuntamento finale, tenutosi in Piazza Santa Maria dei Battuti a Treviso, ha visto riunite oltre 300 persone, tra simpatizzanti e candidati, e le sette liste che sostengono Manildo: Pace Salute Lavoro-Rifondazione Comunista, Uniti per Manildo, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Volt e Le Civiche Venete.
L’evento è stato il culmine di un percorso durato oltre 140 giorni in cui la coalizione ha attraversato il Veneto, come ha detto Manildo nel suo discorso conclusivo, un «cammino che ci ha riempito il cuore».
Il fulcro del messaggio di Manildo si è concentrato sulla necessità di invertire la rotta di una regione che sta perdendo il suo capitale umano: «Dal 2011 ad oggi sono 55 mila i giovani che hanno lasciato il Veneto. È un dato che dice che non si crea futuro - ha detto Manildo -. Per affrontare questa emorragia e alzare la qualità della vita, il programma della coalizione è partito dai bisogni fondamentali della popolazione più giovane: casa, trasporto, costo della vita e qualità dell'impiego».
Poi il candidato Manildo ha elencato i capisaldi del suo programma su casa, trasporti e costo della vita e del lavoro.
«La Regione dovrà istituire un'agenzia regionale per la casa con l'obiettivo di calmierare i prezzi, incentivare la manutenzione e stimolare forme abitative innovative come il cohousing».
Manildo ha promesso «un massiccio investimento per arrivare al biglietto unico e vantaggioso per tutti, che diventi gratuito per gli studenti».
Riconoscendo l'impatto dell'inflazione sulla regione, Manildo ha spiegato che i giovani «se ne vanno perché la retribuzione non è adeguata. La soluzione è l'introduzione di un salario d'ingresso per i primi lavori giovanili, permettendo loro di pensare di rimanere felici in Veneto».
Un altro punto chiave è stato il tema della salute. Nonostante la retorica dell'eccellenza, Manildo ha messo in discussione la quotidianità del sistema sanitario: «La salute è il diritto fondamentale su cui si fonda tutto».
La critica si è rivolta al sottofinanziamento del sociale e a quella che è stata definita una "grande distorsione" del sistema, quella del 51% degli accessi al pronto soccorso con codice bianco.
L'obiettivo della coalizione è risolvere questa distorsione con un forte orientamento verso la medicina di prossimità, ribadendo che «la salute non è una merce ma un diritto fondamentale. L'impegno è quello di garantire un diritto alla cura universale e dire no a derive privatistiche».
Manildo ha speso parole per la sua coalizione, composta da sette anime diverse. «Abbiamo creato una coalizione plurale - ha spiegato - Le liste hanno guardato il Veneto dalla loro angolazione con un unico obiettivo.
Essendo complesse le sfide da affrontare più punti vista ci portano più nel profondo per le soluzioni». Il candidato ha concluso il suo intervento lanciando la sfida finale all'elettorato.
«Dopo 30 anni di amministrazione del centrodestra e 15 anni di Lega c’è un vuoto da riempire con proposte. La nostra ambizione è sorprendere per portare in Veneto quel cambiamento di cui ha bisogno».
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