Cacciatori in montagna con i fuoristrada, approvata la legge in Veneto
Polemica in consiglio regionale, con Europa Verde sul piede di guerra. Ma il leghista Possamai assicura: “L’attività venatoria non c’entra”. Ecco cosa prevede la nuova normativa

Dopo tre sedute e una ventina di ore di discussione il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza (con 35 voti favorevoli e 8 contrari) la proposta di legge che disciplina la viabilità silvo-pastorale. Via libera quindi all’utilizzo dei fuoristrada sui sentieri di montagna, dove prima era vietata la circolazione dei veicoli a motore, comprese le motoslitte. Giampiero Possamai, leghista e primo firmatario del progetto di legge presentato il 27 maggio scorso, ha spiegato come l’obiettivo non sia aumentare il traffico veicolare, ma aggiornare e rendere più chiara la normativa vigente. «Senza connessioni con l’attività venatoria», ha specificato.
Ma gli ambientalisti insorgono e contestano questa versione assolutoria. «Sono 28.500 i cacciatori che potranno ora percorrere le mulattiere di montagna con i fuoristrada, grazie a una deroga che ignora ogni principio di tutela ambientale e sicurezza», protesta il consigliere regionale di Europa Verde, Andrea Zanoni. Tutto si gioca sulle parole, perché si parla dei famosi piani di contenimento, come quelli per i cinghiali o altre specie.
Per i cacciatori si tratta di attività di “controllo” ma per gli ambientalisti è sempre caccia. La nuova norma prevede la possibilità di consentire l’accesso su queste strade per interventi emergenziali o di interesse pubblico, anche da parte di privati che svolgono funzione di supporto all’attività organizzata dagli enti pubblici gestori della fauna selvatica, come quella di assistenza alla fauna in difficoltà nei periodi invernali. E, appunto, permette il rilascio di permessi di transito anche “ai soggetti autorizzati in attuazione dei Piani regionali di contenimento delle specie selvatiche invasive e dei cinghiali”, e di contrassegni temporanei “per il recupero della fauna da parte del conduttore del cane da recupero”.
«Con le modifiche introdotte» aggiunge il leghista Possamai «viene consentito ai sindaci di autorizzare con un percorso legislativo più idoneo gli interventi di interesse pubblico. Nello specifico, parliamo dei volontari che prestano supporto agli interventi di miglioramento ambientale e tutela della fauna; dei conduttori di cani da recupero, iscritti agli elenchi provinciali, su specifica chiamata; dei soggetti abilitati che operano per il contenimento delle specie selvatiche invasive, compresi i cinghiali, per accedere alle postazioni autorizzate dalla vigilanza provinciale». Il centrodestra in regione parla di “maggior chiarezza e uniformità applicativa”.
Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato sempre compatti. Del resto, quella della caccia è una lobby e con le elezioni all’orizzonte è meglio non rischiare. Giampiero Possamai procede elencando ancora i punti chiave e, soprattutto, ci tiene ad allontanare l’ombra della caccia: «Abbiamo approvato un emendamento proposto dall’opposizione che aggiunge operatori, come quelli Cai, per attività di manutenzione, ripristino e posa della segnaletica sui sentieri. Le modifiche, quindi, non sono attinenti all’attività venatoria».
Europa Verde ha fatto un’opposizione intransigente durante il dibattito in aula, presentando ben 175 emendamenti. Gli ambientalisti lamentano il fatto che siano state ignorate 10.500 firme tirate su in due petizioni, con tanto di appelli di Cai, Wwf, Mountain Wilderness, Italia Nostra, Legambiente, Lac, Lav, Enpa, Dingo e Oipa. Il termine stesso, “Silvo-pastorale” dovrebbe indicare un sistema di gestione del territorio che integra la silvicoltura (la coltivazione degli alberi, dei boschi) con la pastorizia (l’allevamento di animali, in particolare ovini, in pascoli). E infatti sono territori soggetti a vincolo idrogeologico e di tutela ambientale La viabilità è individuata dalle Comunità montane e dalle Province in appositi elenchi ed è sempre stata vietata la circolazione dei veicoli a motore. Erano previste pure sanzioni, da cento a mille euro.
L’unico emendamento presentato da Europa Verde che il consiglio regionale ha approvato è quello che prevede per i sindaci la possibilità di sospendere la legge regionale con un’apposita ordinanza. Questo dopo la ferma opposizione del sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern, che si è scagliato contro, parole sue, “interventi regionali in grado di minacciare l’equilibrio ambientale e il rispetto delle competenze comunali”. Ma il verde Zanoni ci tiene a elencare anche tutti gli altri che non sono passati. «Sono stati bocciati i nostri emendamenti che proponevano il divieto di transito nei giorni festivi, le limitazioni orarie, l’aumento delle sanzioni per chi viola i divieti, la proposta di equità tra chi transita per lavoro (pagando) e i cacciatori (gratis), i monitoraggi sulla viabilità a rischio, i fondi per la manutenzione delle strade danneggiate dal traffico»
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