Fenice, protesta degli orchestrali prima dell’opera: «La cultura non si impone dall’alto»
Prima dell’opera “La Clemenza di Tito” di Mozart, i professori d’orchestra della Fenice hanno distribuito volantini in Campo San Fantin e hanno letto il comunicato contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice

Prima ancora delle note della Clemenza di Tito di Mozart, che apre questa sera la stagione lirica della Fenice, i professori d’orchestra si sono radunati sulla scalinata del teatro di campo San Fantin. Non è stato possibile loro leggere prima dell’inizio dell’opera il comunicato in cui chiedono la revoca di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fenice dall’ottobre 2026.
Quindi, il palco diventa campo San Fantin. «Gentili signore e signori, vi chiediamo un momento di attenzione», legge Emiliano Esposito, corista e membro della Rsu del teatro, «Siamo qui non né nostri consueti luoghi di lavoro, ma in mezzo a voi. Siamo qui perché possiate ascoltare chi fa vivere questo teatro con passione. Questa sera è speciale per tutti noi. Vogliamo ribadire che il teatro pubblico è un patrimonio della città e del Paese.

Le scelte devono essere condivise: la cultura non si impone dall’alto ma si costruisce. Non intendiamo fermare la musica, ma ricordare che la musica vive solo se chi la crea è rispettato. Vogliamo che la fenice resti uno spazio vivo dove libertà e valori condivisi si incontrano».
I professori d’orchestra distribuiscono volantini, dove campeggia la chiave di violino, tra gli applausi. Poi si aprono le porte e cominciano a entrare i primi ospiti, qualcuno osa le paillettes dorate: spicca, tra gli altri, la Divina Federica Pellegrini con il marito Matteo Giunta.
Nel foyer, ad attenderli, c’è il sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi. «Sarà una serata bellissima, l’allestimento è ottimo», sottolinea, «la prova generale è stata molto apprezzata». Poi, un affondo sul caso Venezi. «Non mi disturba che ci sia stata la lettura del comunicato fuori», afferma, «non è stata permessa all’interno perché è già stato letto sette volte, la vicenda è nota».

Ma resta il nodo da sciogliere: dopo l’appoggio ottenuto mercoledì dal consiglio di indirizzo del teatro e il quadrato fatto dal ministro alla Cultura Alessandro Giuli, che cosa fare? Come oltrepassare il muro contro muro? «Mi auguro si riescano a conciliare le parti», dice Colabianchi, «parlerò con Venezi perché venga qui a conoscere i lavoratori, il più presto possibile. Compatibilmente con il suo calendario, magari già prima della fine dell’anno. Non si è mai vista un’opposizione simile a una persona, a una ragazza di 35 anni. Lei è pronta, conosce la situazione».
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