Chi sono i tre fratelli che hanno fatto esplodere la casa nel Veronese
La vita ai margini, lo sfratto incombente, gli esplosivi in casa, i precedenti tentativi di far saltare tutto in aria o di darsi fuoco: chi sono Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, arrestati per aver provocato l’esplosione che ha ucciso tre carabinieri

Si chiamano Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi i tre fratelli arrestati perché ritenuti responsabili dell’esplosione della casa colonica dove vivevano a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, nella quale hanno trovato la morte tre carabinieri veneti e 25 persone sono rimaste ferite.
La task force delle forze dell’ordine entrata in azione nella notte di martedì 14 ottobre doveva procedere con una perquisizione alla ricerca di armi ed esplosivi nell’ottica di un prossimo sgombero.
Dino e Maria Luisa sono stati arrestati nell’immediatezza e portati in ospedale perché rimasti leggermente feriti nell’esplosione e successivo crollo della casa colonica, mentre Franco era riuscito a scappare ed è stato rintracciato ed arrestato dopo qualche ora in un casolare. Ad innescare la miccia dell’esplosione con una molotov nella casa satura di gas sarebbe stata Maria Luisa.
I Ramponi sono agricoltori e allevatori con problemi finanziari e ipotecari, noti in paese per le condizioni di precarietà in cui vivevano. La famiglia - i genitori, a quanto riportano i vicini, sono entrambi morti - era proprietaria di diversi campi nella zona, tutti venduti per fronteggiare i debiti. In possesso dei fratelli rimanevano solo l'abitazione e un appezzamento di terra con una trentina di mucche.
"Era una casa disastrata, senza luce, non so neanche se c'è l'acqua. Era una casa veramente fatiscente. Non c'era neanche l'allaccio della corrente elettrica: una casa per modo di dire", ha detto il procuratore capo di Verona Raffaele Tito.
Già in passato i Ramponi si erano resi protagonisti di episodi con una dinamica analoga a quella di martedì notte, che ha avuto però un esito tragico.
Prima in ottobre e poi il 24 novembre del 2024 si erano opposti all'arrivo dell'ufficiale giudiziario aprendo una bombola di gas. Franco e Maria Luisa erano anche saliti sul tetto. Sul posto erano arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia locale, che dopo una mediazione avevano evitato il peggio.
Lo stesso procuratore Tito, parlando con i giornalisti, ha sottolineato riguardo i fratelli Ramponi che «a settembre era stato pesantemente minacciato il professionista delegato alla vendita dell'immobile» su cui pesava un'esecuzione immobiliare ordinata per l'11 ottobre. «Tempo fa», ha ricordato infine il magistrato, «la donna ha minacciato di incendiarsi con l'amuchina. E' difficile prevedere in maniera certa da persone di questo genere, se queste minacce sono vere o false».
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