Riconsegnati reperti trafugati in Egitto, Grecia e Giordania

Indagine dei carabinieri Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale

(ANSA) - TRENTO, 18 LUG - I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, a conclusione di un'attività investigativa iniziata nel 2022, hanno restituito alle Ambasciate di Grecia, Egitto e del Regno di Giordania numerosi reperti archeologici appartenenti alle antiche culture di quei Paesi. I beni archeologici, composti da vasellame in terracotta finemente decorato e da un intero corredo fittile tra unguentari e varie anforette, riconducibile al maestoso sito nabateo di Petra in Giordania, sono stati sequestrati nell'abitazione di un privato cittadino della provincia di Trento. Le indagini, avviate a seguito della denuncia sporta dal cittadino circa l'effrazione e il furto subìto nella sua abitazione - comunica l'Arma - hanno permesso ai Carabinieri Tpc di focalizzare la propria attenzione su questo materiale archeologico che si trovava esposto in casa come soprammobile, privo di documentazione che potesse attestare il loro lecito possesso. Ulteriori approfondimenti tecnici, coordinati dalla Procura di Trento e svolti con l'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza della Provincia autonoma di Trento, hanno inoltre determinato l'autenticità dei manufatti e la loro provenienza. L'attività di riconoscimento e rivendica posta in essere, per il tramite dell'ufficio di cooperazione internazionale del Comando Tpc, con le Ambasciate di Grecia, Egitto e del Regno di Giordania, hanno infine consentito di confermare l'illecita esportazione dai Paesi originari e la loro riconducibilità a quelle culture. A testimonianza del pregio dei manufatti recuperati, si segnala la raffinatezza delle decorazioni a palmette della "coppa megarese" di età ellenistica, così come quelle a "sgraffito" della coppa riconducibile alla cultura Mamluk. Particolare menzione merita il corredo, presumibilmente derivante da una sepoltura, composto da 15 elementi in terracotta - tra cui unguentari di diverse misure e altro vasellame a forma aperta e chiusa, nonché numerosi altri frammenti dipinti, risalenti al 300 a.C. e provenienti dal noto sito archeologico di Petra tutelato dall'Unesco quale patrimonio dell'umanità dal dicembre 1985. Il Tribunale di Trento, accogliendo l'istanza dei Carabinieri Tpc, ha emesso un provvedimento di restituzione in favore degli Stati aventi diritto non rilevando alcuna responsabilità penale a carico del cittadino trentino, risultato fattivamente collaborativo, nei cui confronti i manufatti erano stati in precedenza sequestrati. Sempre nell'ambito dell'attività investigativa, era infatti emersa la sua buona fede in relazione al possesso di quel materiale che risultava essere stato ereditato del defunto padre, un noto medico e letterato della zona il quale, nel corso dei suoi viaggi e per passione personale, aveva collezionato in giro per il mondo questi "souvenir non convenzionali", sottraendoli di fatto al patrimonio culturale di quegli Stati e alla pubblica fruizione. (ANSA).

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