Opposizioni e società civile in piazza a Tunisi

Marcia di 'unità nazionale contro l'ingiustizia, tutti in nero

(ANSA) - TUNISI, 22 NOV - Una vasta coalizione delle forze di opposizione, collettivi civici e organizzazioni della società civile ha dato vita oggi a Tunisi ad una manifestazione di protesta, presentata come una "marcia dell'unità nazionale" contro l'ingiustizia e l'arretramento delle libertà nel Paese. Centinaia di partecipanti hanno sfilato nel centro della capitale, senza alcuna bandiera di partito, vestiti di nero, in segno di lutto per lo stato della giustizia e dei diritti in Tunisia. Secondo i promotori e i media locali, l'iniziativa è stata lanciata da un comitato civile nato dalla campagna di sostegno all'ex giudice e avvocato Ahmed Souab, condannato in primo grado per terrorismo, e ampliata alla rete della coalizione «Sumoud», raccogliendo adesioni trasversali da partiti d'opposizione, associazioni per i diritti umani, famiglie di detenuti politici e movimenti di società civile. Uno dei motivi centrali della mobilitazione è stata la richiesta di liberazione dei "prigionieri politici e di opinione", con riferimento in particolare al caso Souab, e più in generale alla situazione in cui versa il sistema giudiziario e le libertà in Tunisia. Le dinamiche giudiziarie contro oppositori, avvocati e giornalisti, insieme all'uso distorto del ricorso al decreto 54 (contro le fake news) nel caso «complotto contro la sicurezza dello Stato», e più in generale la condizione della giustizia e delle libertà in Tunisia, sono stati i temi al centro delle proteste. La marcia è stata presentata come una battaglia per le libertà pubbliche e individuali e non come un confronto tra schieramenti. Numerosi attivisti sui social hanno presentato l'appuntamento come una tappa "storica" nella resistenza civile al potere del presidente Kais Saied. Un appello in questo senso è stato diffuso anche sulle pagine social vicine al partito islamico Ennahdha e ad altre componenti dell'opposizione. Le lettere dal carcere di alcuni detenuti politici hanno contribuito a dare peso simbolico alla mobilitazione. (ANSA).

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